Nawrocki e il trumpismo hanno vinto in Polonia

Il candidato del PiS è il nuovo presidente del paese e batte con un punto percentuale di scarto il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski. L’affluenza, il voto dei giovani, la paralisi politica e tutti i rischi per il governo di Donald Tusk

Varsavia, dalla nostra inviata. “Abbiamo vinto”, ha gridato il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski alle nove e qualche minuto, quando, a seggi appena chiusi, sono stati proiettati gli exit poll che lo davano in vantaggio di 0,6 punti rispetto a Karol Nawrocki, il candidato del PiS. Trzaskowski sembrava tentare con ogni sforzo di tirare le estremità del volto in un sorriso che non riusciva a distendersi e il discorso di vittoria, in cui parlava di unità di fronte a un risultato che restituiva l’immagine di una Polonia divisa come non mai, è suonato moscio, stanco, foriero di un’energia destinata a spegnersi dopo due ore, quando sono stati proiettati i primi risultati parziali. Ma in contrasto con la fiacca di Trzaskowski, tutto il partito Coalizione civica schierato alle sue spalle, a quello 0,6 per cento di vittoria, sembrava crederci davvero e lo ha salutato con un’euforia tanto travolgente da lasciare sbigottiti sostenitori e i giornalisti che continuavano a domandare se non fosse necessaria più cautela di fronte a una notte elettorale ancora lunga. Trzaskowski è scomparso immediatamente dal palco, anche il premier Donald Tusk, defilato, è sparito dopo le promesse del sindaco che lui stesso ha voluto come candidato, nonostante fosse un nome già noto, già scartato alle elezioni del 2020.

Dall’altra parte del fiume Vistola, al teatro Mala Warszawa, la prima reazione del partito PiS invece ha avuto un suono profetico. Le prime parole del leader del partito Jaroslaw Kaczynski sono state: “Abbiamo vinto, perché abbiamo ragione”. Anche Nawrocki, senza mostrare delusione, ha promesso una vittoria durante la notte, ed è arrivata con lo scarto di circa un punto percentuale sopra al rivale.

Nawrocki ha vinto in sei regioni, quelle più a est del paese. Trzaskowski ha conquistato le altre dieci, ma la maggioranza e soprattutto i buoni risultati nelle grandi città non sono stati sufficienti a portarlo al palazzo del presidente su Krakowskie Przedmieście. Le donne hanno votato in maggioranza per il sindaco di Varsavia, gli uomini soprattutto per il candidato del PiS, che ha avuto anche il voto dei più giovani nella fascia di età tra i 18 e i 29 anni. La Coalizione civica non è riuscita a mobilitare la Polonia, come accaduto durante le elezioni del 2023: l’affluenza è stata alta, si è attestata al 71,7 per cento, ma non quanto due anni fa, quando superò il 74 per cento e fu il primo dato che diede a Donald Tusk la certezza che sarebbe riuscito a formare un governo per riformare il paese. Il voto per Nawrocki è stato anche di insoddisfazione contro lo stesso governo di Tusk, che ora è condannato ad altri due anni di paralisi, le riforme promesse, a meno che non riescano a essere votate immediatamente in Parlamento, non saranno mai firmate da un presidente che ha il compito di avversare e possibilmente rompere la coalizione prima del 2027 e portare il paese a elezioni anticipate. Anche Konfederacja, il partito arrivato terzo e che ha portato a Nawrocki il bottino più consistente di voti al secondo turno, spera nelle elezioni anticipate per poter capitalizzare un consenso in crescita prima che si disperda. Se il governo di Tusk cadesse, le conseguenze sarebbero anche internazionali: il premier è impegnato nella coalizione dei volenterosi per l’Ucraina di cui i partiti rivali non intendono far parte.

Il leader del PiS, Jaroslaw Kaczynski, scegliendo uno sconosciuto storico pieno di scandali, ha fatto una scommessa che è stata sottovalutata dalla Coalizione civica. La scarsa fama di Nawrocki ha giocato a suo favore, è parso come l’uomo nuovo, un giovane candidato, membro del partito ma non immerso nella sua storia, pronto a sfidare un candidato molto noto che aspetta il suo momento dal 2020: allora era Trzaskowski il giovane, la novità, cinque anni dopo non poteva più esserlo.

Gli Stati Uniti sono stati presenti anche in questa campagna elettorale, il presidente Donald Trump ha incontrato Nawrocki quando ancora la corsa elettorale non era entrata nel vivo, la segretaria della Sicurezza interna Kristi Noem aveva sostenuto la scorsa settimana il candidato del PiS, paragonandolo al presidente degli Stati Uniti, L’ambasciatore americano a Varsavia, Tom Rose, ha scritto su X dopo i primi dati della vittoria: “Congratulazioni alla Polonia, che dimostra ancora una volta attraverso gli alti e bassi di una campagna duramente combattuta tra due grandi patrioti quanto sia un popolo e una nazione forti, orgogliosi, liberi. SE VINCE LA POLONIA, VINCE IL MONDO!!”. In Polonia per un punto percentuale ha vinto il trumpismo.

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull’Unione europea, scritto su carta e “a voce”. E’ autrice del podcast “Diventare Zelensky”. In libreria con “La cortina di vetro” (Mondadori)

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