Il rapper, ospitato per discutere e confrontarsi, sembra andare d’accordo su quasi tutto con il partito fondato da Berlusconi: da Travaglio ai cinquestelle fino a Beppe Sala. Simone Leoni eletto nuovo segretario di FI giovani attacca Vannacci, la Lega giovani risponde
Il confronto più duro oggi doveva essere quello tra Fedez e il partito fondato da Silvio Berlusconi, più volte attaccato in passato dal rapper. Invece lo scontro vero è stato quello tra la giovanile di Forza Italia e quella della Lega. Ad accendere la miccia l’attacco dal palco di Simone Leoni, nominato oggi segretario nazionale di FI giovani, contro Roberto Vannacci, nuovo vicesegretario del partito di Salvini. “Sappia che per ognuna di quelle aberrazioni c’è gente che soffre, ci sono coetanei che si tolgono la vita, vergogna!”, ha detto Leoni, ricordando le frasi del generale ed eurodeputato sui disabili nelle classi, sui neri e sugli omosessuali. La risposta è arrivata con una nota del coordinatore federale della Lega giovani e deputato Luca Toccalini: “Spiacciono gli attacchi di Simone Leoni a Roberto Vannacci. Lasci perdere gli insulti agli alleati, e si concentri sulle tante battaglie comuni a tutto il centrodestra italiano che il loro ospite d’onore di oggi, Fedez, ha denigrato da sempre”.
Ed è proprio il rapper milanese che, secondo i pronostici, avrebbe dovuto portare quelle idee in territorio nemico, ospite oggi del congresso.
Tajani aveva messo le mani avanti questa mattina: “Invitiamo Fedez non perché condividiamo le sue idee, ma perché se si è forti delle proprie idee non si ha paura del confronto”. Eppure, dal palco, Fedez è sembrato andare d’accordo praticamente su tutto sia con Giuseppe Cruciani, intervistato insieme al rapper, che con il deputato ed ex segretario nazionale di FI giovani Stefano Benigni. A legare il partito e il cantante, oltre all’idea di un patto Fedez-Forza Italia sulla salute mentale – tema su cui l’autore di Battito dice di essere “super disposto a dare una mano” – ci sono anche l’attacco al sindaco di Milano Beppe Sala (“per fortuna non si può ricandidare”), uno ai giudici e al modo in cui alcuni di loro conducono le inchieste, uno contro il M5s e Luigi di Maio (“Durante il covid persone vicine a Musk mi chiamarono per mandare dei respiratori in Italia, gli chiesi perché non avevano telefonato a di Maio e mi dissero ‘ci fidiamo più di te che di loro'”) e infine uno contro Marco Travaglio, per via della sua scelta di scrivere un libro contro Silvio Berlusconi dopo che l’ex premier era morto.
Quando chiediamo a Tajani se una candidatura di Fedez in Forza Italia sarebbe impensabile, ci fissa e non risponde. Il ministro degli Esteri sembra avere cose più serie a cui pensare. E infatti, mentre dalla sala si alternano gli interventi dei segretari provinciali e regionali della giovanile, il titolare della Farnesina si chiude in una stanza e parla al telefono, poi esce e dice ai giornalisti: “Buone notizie!” Adam, l’unico di 10 figli di una dottoressa palestinese sopravvissuto a un bombardamento a Gaza, “verrà curato in Italia il prima possibile, appena risolti i problemi di autorizzazioni. Questo dimostra quanto il popolo palestinese guardi all’Italia come luogo di speranza e di salvezza”. E dopo un pranzo con le delegazioni delle giovanili dei popolari europei, il ministro degli Esteri torna in sala per ascoltare Fedez e Cruciani, poi per assistere all’elezione per acclamazione di Simone Leoni. Che sul palco, ringraziando i giovani di Forza Italia, si toglie la cravatta come fece nel 2020 Luigi Di Maio dopo essersi dimesso da capo politico del M5s. Ma il significato è quello opposto: non una fine, ma un inizio. “Da oggi ci togliamo la cravatta e torniamo nelle strade, nelle piazze, nei mercati, nelle scuole per far vincere il progetto di Antonio Tajani”. Questo anche il senso dell’invito a Fedez, come spiega dal palco Benigni: “E’ uno che parla ai giovani, che ha milioni di follower”. Parlare al paese reale, ma non alla pancia come fa, secondo buona parte dei giovani di Forza Italia, Roberto Vannacci. Fuori dal palazzo dei Congressi di Roma, la mattina, una scena da paese reale la si è avuta davanti agli occhi: un ragazzo era venuto con un cartello per manifestare il suo dissenso. Gaza? Dl sicurezza? Nulla di tutto ciò. Il cartello recitava: “Finché Lotito sarà presidente della Lazio boicotteremo Forza Italia in tutte le elezioni”.