Buone notizie economiche e altre un po’ meno buone. La situazione economica del nostro paese è complicata da decifrare. Spunti
Lo ha detto ieri Fabio Panetta, governatore di Bankitalia, lo ha fatto capire con chiarezza anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, pochi giorni fa, e il punto è quello: che tipo di bicchiere è il bicchiere italiano? Mezzo vuoto o mezzo pieno? L’economia italiana, in effetti, è complicata da decifrare, e le notizie oscillano tra due forni. Da una parte ci sono i dati positivi che conoscete: il pil italiano cresce più del previsto, anche se parliamo ancora di zero virgola; l’occupazione italiana cresce più del previsto, anche se i salari medi sono bassi; la borsa italiana è ai massimi storici, anche se la borsa del nostro paese resta numericamente piccola come ha ricordato ieri Panetta; il famoso spread che misura il rischio dei titoli di stato italiani rispetto a quelli tedeschi resta basso, anche se sull’attrattività l’Italia ha ancora molto da lavorare. Il bicchiere mezzo pieno c’è, ed è una delizia, ma accanto a questo bicchiere ce n’è un altro da considerare. Un bicchiere dove spiccano le difficoltà che ha l’Italia a scommettere sulla produttività (siamo una delle pecore nere d’Europa), le difficoltà che ha l’Italia a stare al passo della crescita europea (la media europea è (la stima sulla crescita italiana è 0,6 per cento, nel 2025, quella dell’eurozona è + 1,2 per cento), le difficoltà dell’Italia ha mettere a terra i molti soldi che le arrivano dall’Europa (solo la metà dei finanziamenti del Pnnr è stata messa a terra). I due bicchieri coesistono, si guardano non in cagnesco, ma per far prevalere nei prossimi due anni in Italia il bicchiere mezzo pieno la strada è solo una: governare pensando più al futuro dell’Italia che al futuro dei consensi di chi lo governa. Attrattività, credibilità, competitività: il futuro passa da qui.
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