Conti a posto, talenti pagati poco e rivenduti a tanto. Il Lecce sta ponendo le basi per un futuro solido ampliando e rafforzando gli asset a propria disposizione
Con la vittoria dell’Olimpico contro la Lazio, il Lecce ha scritto una nuova pagina della sua storia. I numeri parlano chiaro: per la compagine salentina la prossima stagione sarà la quarta consecutiva giocata in Serie A, traguardo mai raggiunto prima d’ora. Un risultato frutto di un enorme lavoro a 360° da parte della società guidata dal presidente Saverio Sticchi Damiani, protagonista di una crescita continua che promette di non arrestarsi nel futuro prossimo.
Non sono solo i numeri strettamente di campo a lanciare il Lecce in una nuova dimensione: anche gli indicatori economici sorridono. Nell’ultimo bilancio il Lecce ha fatto registrare un fatturato di 85 milioni circa, anche qui record assoluto per i giallorossi, con un utile di esercizio di 14 milioni circa; le stime del prossimo bilancio superano ampiamente quelle del precedente, in particolare grazie alle cessioni particolarmente lucrative dei difensori Pongracic e Gendrey, del centrocampista Blin e dell’esterno Dorgu, che da sole hanno prodotto un totale di quasi 60 milioni di introiti nelle casse del Lecce.
Un rendimento sul mercato frutto del lavoro certosino in fase di mercato del duo composto da Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera, rispettivamente direttore tecnico e direttore sportivo: delle loro intuizioni si è parlato in lungo e in largo, ma in questa sede è giusto sottolineare due aspetti. In primis, la capacità di massimizzare il valore delle cessioni; in secundis, la lungimiranza di patrimonializzare. Il Lecce, infatti, ha in organico poco più di 30 calciatori di proprietà, di cui, da luglio, solo due calciatori sopra i trent’anni (Falcone e Guilbert) e 17 calciatori nella fascia d’età 23-28, considerata tendenzialmente quella del picco fisico-atletico per i calciatori.
Il Lecce sta ponendo le basi per un futuro solido ampliando e rafforzando gli asset a propria disposizione. Nel novembre 2024 è stata posata la prima pietra per il centro sportivo di proprietà con sede a Martignano, che avrà ampi spazi per palestre, spazi riabilitativi, 2 campi per la prima squadra e 6 campi per il settore giovanile. Una chimera – stavolta realizzata – per una società del Sud: l’investimento della società arriverà a toccare i 12 milioni di euro, con il primo campo che dovrebbe essere già pronto a luglio e il secondo a settembre, mentre la fine dei lavori si prospetta entro la fine del 2027.
Grandi novità anche per lo Stadio “Via del Mare”, per il quale il Lecce ha potuto attingere a due tranches di finanziamenti pubblici – stanziati per i Giochi del Mediterraneo del 2026 in programma a Taranto – per un totale di 36 milioni di euro. I lavori riguarderanno l’installazione di nuovi LED, il rifacimento (e lo spostamento) del manto erboso, la riqualificazione di alcuni spazi nelle tribune e soprattutto la copertura completa dello stadio, che da sola costerà 25 milioni di euro circa.
Un quadro della situazione idilliaco, se a ciò si aggiunge che la rosa del Lecce è composta da profili desiderati da tante squadre quali Falcone o Krstovic. Sarà importante la scelta dell’allenatore con cui continuare il progetto: Giampaolo ha portato la salvezza, ma la sua permanenza non è affatto garantita. L’unico neo del triennio leccese in A, se proprio va trovato, sta appunto nella mancata continuità in panchina: 4 allenatori in 3 stagioni, con due esoneri ad annata in corso. Un ultimo tassello da perfezionare per ambire a rimanere stabilmente nell’élite del calcio italiano.