La Corte federale con sede a a Manhattan ha ordinato la sospensione delle misure doganali imposte a livello mondiale dal presidente perché eccedono i limiti imposti da una legge del 1977, invocata dal tycoon per giustificarne l’applicazione
La Corte federale per il commercio Internazionale, con sede a Manhattan, ha bloccato i dazi universali imposti da Donald Trump in occasione del “Liberation Day”, ritenendoli illegittimi. Secondo i tre giudici (uno dei quali nominato proprio dal tycoon), la norma invocata per imporre i dazi – l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977, che conferisce all’inquilino della Casa Bianca il potere di regolamentare il commercio in caso di emergenze economiche – non dà al presidente l’autorità di imporre dazi universali e sostituirsi al legislatore (cioè il Congresso), in quanto non viene soddisfatto il requisito della “minaccia insolita e straordinaria” da affrontare. Di conseguenza, i giudici hanno ordinato la sospensione dei dazi contestati, dando all’Amministrazione americana 10 giorni di tempo per rimuoverli.
La decisione è stata presa dai giudici di New York sulla base di due distinti casi. Ad aprile, poco dopo il pomposo annuncio dei dazi dal Giardino delle rose, il Liberty Justice Center, un’organizzazione no profit, ha intentato una causa per conto di diverse piccole imprese che importano merci da paesi interessati dai dazi. A questa si è poi aggiunta un’altra causa avviata da una coalizione di governi statali statunitensi.
La sentenza del tribunale commerciale, blocca i dazi separati su prodotti messicani, canadesi e cinesi, imposti da Trump per costringere quei governi ad adottare misure per contrastare il traffico di esseri umani e di droga. Tuttavia, sottolinea il Washington Post, almeno per il momento rimangono in vigore i dazi applicati su prodotti specifici come automobili, ricambi auto, acciaio e alluminio.
Non si è fatta attendere la replica dell’Amministrazione americana. “Il colpo di stato giudiziario è fuori controllo”, ha commentato su X Stephen Miller, vice capo di gabinetto della Casa Bianca. Mentre secondo Kush Desai, portavoce della Casa Bianca, il requisito richiesto dalla legge del ’77 sarebbe perfettamente integrato: “Questi deficit hanno creato un’emergenza nazionale che ha decimato le comunità americane, abbandonato i nostri lavoratori e indebolito la nostra base industriale della difesa – fatti che la Corte non ha contestato. Non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un’emergenza nazionale”.
La notizia ha portato una ventata di ottimismo sia a Wall Street che sulle borse europee. Ma con molta probabilità, l’amministrazione Trump presenterà ricorso contro la decisione. Potrebbe anche richiedere una sospensione d’emergenza, che ripristinerebbe i dazi almeno temporaneamente, così come invocare altre leggi per giustificare le proprie misure commerciali.