Cirielli (FdI): “Pronto a candidarmi in Campania. Tra i nomi in campo il mio è il più forte”. Messaggi a Lega e FI

Il viceministro degli Esteri prenota la candidatura e invita gli alleati a “non seminare zizzania nella coalizione. Non vogliamo imporre nulla. Se si trova un nome più forte sono pronto a sostenerlo. Ma per ora non ce ne sono”. Le sconfitte alle amministrative? “Non sottovalutare i segnali”

“Sarebbe un onore”. Edmondo Cirielli, meloniano e viceministro degli Esteri, quindi sarà lei il candidato del centrodestra in Campania? “Io sono a disposizione e secondo i sondaggi, tra i nomi in campo nel centrodestra, sono al momento di gran lunga quello più gradito agli elettori, così come Fratelli d’Italia è di gran lunga il partito più forte. Abbiamo il doppio dei voti dei nostri alleati”, risponde al Foglio il viceministro. “Ma non vogliamo imporre nulla, non è una caccia alla poltrona e se si trova un nome più forte sono pronto a sostenerlo”, puntualizza. “Per ora però non ce ne sono”. Anche per questo Cirielli invita tutti a evitare “la sagra dei nomi” e spera in un’accelerata da Roma: “Non bisogna fare di fretta, ma il tempo è importante”.

Cirielli, nato a Nocera Inferiore, lo ribadisce più volte nel corso di questo colloquio: “Ho offerto la mia disponibilità, sono al servizio della coalizione con spirito collaborativo e positivo. Non impositivo. Non si tratta di una partita facile, dobbiamo recuperare venti punti percentuali e occorre fare la scelta più utile”. Dalla sua Cirielli, un passato tra Msi e Alleanza nazionale prima di FdI, può vantare un certo radicamento in Campania: “Sono un politico non nominato, ho fatto il presidente della provincia di Salerno, eletto in regione con le preferenze. Ho un rapporto profondo con il territorio e rappresento una comunità”.

E però gli alleati prendono tempo. La Lega, che pure condivide la necessità di un candidato politico, ha schierato il coordinatore locale Gianpiero Zinzi. Matteo Piantedosi ha fatto sapere di voler restare al Viminale – “E se dovesse cambiare idea, siamo pronti a parlarne”, dice Cirielli – Si è parlato di Mara Carfagna mentre Forza Italia spinge per un profilo civico. “E’ curioso che nelle regioni governate da loro ci siano politici come Schifani o Occhiuto, mentre per la Campania dovrebbe valere un altro criterio”. Tra i nomi civici c’è quello di Giosy Romano, coordinatore della Zes Unica del Mezzogiorno (nominato dal governo Meloni). “E’ un bravissimo tecnico, sta facendo bene il lavoro sul Pnrr. Ma non è mai stato in campo. Peraltro è notoria la sua vicinanza a Vincenzo De Luca. Chi ha messo in giro questa voce, lo ha fatto per creare confusione e zizzania in FdI e nel centrodestra, e non certo in buona fede”. I forzisti pensano anche all’imprenditore Antonio D’Amato: “Ogni tanto fanno dei nomi, ma ufficialmente non ci è stato proposto. In ogni caso nemmeno lui è un nome forte dal punto di vista elettorale. Dopodiché se FI tira fuori una candidatura valida, e gradita a FdI, sarò il primo a dire che va bene”.

Nel frattempo Cirielli invita a evitare il totonomi a tutti i costi. “Il problema della Campania non è il candidato, ma sanità e trasporti, inquinamento ambientale, le grandi infrastrutture di cui fino a oggi abbiamo visto solo i grandi plastici di De Luca. Vorremmo sapere che cosa ha fatto il governatore in questi dieci anni. Parliamo di programmi, poi verrà il resto”.

Il resto arriverà da Roma: l’ultima parola spetta infatti al tavolo nazionale, ai leader di maggioranza. Attraverso una discussione ampia che non riguarda solo la Campania: “Si ragionerà in termini di nomi più competitivi, di interessi locali e classi dirigenti. Ma ovviamente si terrà conto anche degli altri territori che vanno al voto, e di quelli dove si è già votato. Perché – dice Cirielli – non possiamo dimenticare che la Lega ha già Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Forza Italia governa invece Sicilia e Piemonte. Noi abbiamo soltanto il Lazio”. Ed è noto che i meloniani ambiscano pure a una regione del nord, magari approfittando anche del fatto che alcuni governatori siano al secondo mandato.

A proposito, Cirielli che ne pensa? “FdI ha una posizione attendista, aspettiamo la Consulta di cui rispettiamo le decisioni. Vogliamo avere le idee chiare, ma non abbiamo pregiudizi. Sarà importante non fare scelte di parte e coinvolgere anche le opposizioni”, risponde il viceministro che invece, a livello personale, ha un’idea più netta: “Dieci anni sono sufficienti. Il principio dei due mandati è giusto, perché gestioni troppo lunghe creano sovrastrutture che possono essere dannose per la democrazia. E’ anche una questione di trasparenza. E poi l’alternanza è importante, anche all’interno degli stessi schieramenti”. L’alternanza tuttavia si fa anche con i candidati giusti e le recenti amministrative hanno dimostrato una certa difficoltà nel centrodestra a individuarli. “Di certo è un segnale che non va sottovalutato, ma nemmeno enfatizzato troppo. A livello locale contano dinamiche non solo politiche, intervengono altre valutazioni. Abbiamo una buona classe dirigente anche sui territori. Secondo me – conclude Cirielli – dobbiamo metterci più attenzione e magari ascoltarli un po’ di più. Cosa che non sempre avviene”.

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