Dal presidente del Senato La Russa al ministro ed ex compagno Lollobrigida: sfilata di big della destra per il compleanno della sorella della premier. Che alla fine ha dato forfait
Passato e futuro della destra italiana divisi da dieci metri di strada lunga almeno trent’anni. Da un lato l’ingresso, buio e desolato, della storica sede di Colle Oppio, prima sezione del Msi e già incubatore del melonismo tra mito e stramberie. Dall’altra parte della via, quella opposta, l’entrata del Sanctuary, locale raffinato di Roma (presente anche a Milano, Porto Cervo e in Valle d’Itria) con respiro internazionale, gestito da un dirigente di Fratelli d’Italia. L’evoluzione è tutta qui. Basta questa immagine.
La vecchia sezione di Colle Oppio era triste e solitaria (il Campidoglio dopo anni di braccio di ferro l’ha ridata a un’associazione vicina al partito romano della Fiamma che la usa per ospitare mostre sulle vittime delle foibe, essendo stata in origine il ricovero degli esuli istriani e dalmati), mentre il nuovo Santuario della destra italiana ieri sera era un via vai di ministri, sottosegretari e parlamentari di Fiamma. Tutti in corteo e in lista per festeggiare i 50 anni di Arianna Meloni, sorella maggiore della premier e responsabile della segreteria di FdI, gli occhi della presidente del Consiglio al partito. Con un futuro abbastanza certo in Parlamento.
La premier – prevista e attesa all’evento – alla fine ha dato forfait causa vertice a Palazzo Chigi. Tutti gli altri c’erano. I n un turbinio di auto blu, scorte, carabinieri in borghese, agenti di polizia. Come eravamo, come siamo.
Una discreta, si fa per dire, sfilata di potere, del nuovo potere che ormai guida l’Italia da quasi tre anni. A partire dalla seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa che ha presenziato al brindisi e al taglio della torta (una enorme millefoglie con fragoline e panna, sormontata da due palloncini rosa con i due numeri magici 5 e 0). La festa doveva restare segreta tanto che i comunicatori del partito avevano depistato i giornalisti parlamentari facendo scrivere loro: “Ary farà al massimo un brindisi in via della Scrofa”. Così non è stato.
Si fa prima a dire chi non c’era. Perché ecco direttamente da Bruxelles il vicepresidente della commissione Ue Raffaele Fitto, i ministri Luca Ciriani, Eugenia Roccella, Alessandro Giuli (che si è presentato con una fetta di torta, inviata dalla festeggiata, per il cronista rimasto fuori a fare il ficcanaso).
Immancabile Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e capodelegazione al governo nonché ex storico compagno di Arianna.
E poi una pletora di sottosegretari: Wanda Ferro con canetto Yorkshire René nella borsa di appena cinque mesi (“ho chiesto a Piantedosi l’autorizzazione di farlo entrare al Viminale e mi ha detto di sì: altrimenti gli avrei riconsegnato la delega; me lo porto anche in Senato, peccato non possa entrare alla Camera perché Fontana è contrario”), Paola Frassinetti, Emanuele Prisco, Gianmarco Mazzi, Marcello Gemmato. E poi Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione del partito nonché ombra di Arianna Meloni in via della Scrofa (e molto viceversa), i capigruppo di Camera e Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan. Onorevole di qua, signor ministro di là, presidente i miei omaggi, tanti auguri Ary!
Per tutta la sera un via vai continuo di lampeggianti e auto di servizio per riprendere e accompagnare praticamente quasi tutti gli invitati.
I parlamentari di Fratelli d’Italia che non si potevano perdere l’occasione. Della vecchia guardia ecco Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e gran sacerdote della Colle Oppio che fu, intesa come sezione madre del partito romano che poi si è allargato al resto del paese uscendo dal Gra. Il capo dei Gabbiani se n’è andato via con la moglie Gloria a bordo del suo scooter.
Avvistati anche i senatori Andrea De Priamo e Marco Scurria, sempre per il ciclo vecchia scuola, così come Federico Mollicone. Chi entrava e chi usciva, come il senatore Menia per esempio.
A un certo punto i deputati hanno battuto la ritirata, con ancora la torta sul gozzo, per correre alla Camera a votare la fiducia prevista per le 21. Prima Arianna, poi il dovere è stato il moto di tutti. A partire da Luciano Ciocchetti, centrista melonista con forti ambizioni per il Campidoglio. C’erano anche, ma la lista è impossibile da replicare qui e si fa prima a consultare l’elenco degli eletti in questa legislatura, Antonio Giordano (onorevole segretario generale di Ecr) e Giangiacomo Calovini (lanciatissimo deputato con in mano i dossier parlamentari esteri e comunitari). E poi dal Veneto ecco il capogruppo della commissione Agricoltura in Senato Luca De Carlo e dalla Sicilia Manlio Messina con il nuovo commissario sull’isola, il romanissimo Luca Sbardella. E ancora manager di partecipate, dirigenti Rai, dirigenti pubblici che contano. Nessuno voleva mancare. Il regalo? Si parla di una borsa Chanel, ma i racconti dei presenti sono contrastanti vista la quantità industriale di brindisi.
A fine serata ecco il post di ringraziamento Arianna Meloni sui social. Con simpatica postilla: “Nel caos totale della giornata, letteralmente inondata di auguri, fiori, baci e abbracci, ho decisamente dimenticato che le candeline sulla torta fossero 50. Beh 50 cominciano ad essere tantine, ma tutto sommato non ho avuto il tempo di rendermene conto. Potevo passare la giornata su un divano a frignare mangiando cibo spazzatura ricordando gli anni passati, ma mi avete regalato un compleanno così speciale che guardando indietro l’unica cosa che ho pensato è che dobbiamo guardare avanti perché abbiamo ancora tante battaglie da vivere, combattere e vincere insieme, con la forza delle idee e la determinazione di chi crede davvero in ciò che fa. Ps e se qualcuno ha una crema anti-age da suggerire sono tutta orecchi!”