Il paese baltico sta applicando una politica inversa rispetto agli altri paesi europei: ha appena lanciato un progetto per diffondere tra studenti e docenti l’utilizzo dell’AI. Perché per non temere il nuovo bisogna conoscerlo, utilizzarlo e progettare qualcosa di sensato impiegando risorse e capitale umano
C’è un paese in Europa che ha deciso di puntare forte sull’educazione. Non è tra i più ricchi: il reddito pro capite si aggira sui 14.000 dollari l’anno (in Italia sono 25.000) e l’economia non è in forte espansione. Eppure questo piccolo paese del baltico investe il 6 per cento del pil in formazione, ponendosi al quinto posto dopo Danimarca, Svezia, Belgio e Finlandia. Alla faccia di quelli che dicono – solo a parole – che l’istruzione sia il volano di economia e società. Siamo in Estonia: qui, da oltre quindici anni, si attuano politiche scolastiche serie i cui frutti stanno germogliando.
Il primo progetto risale agli anni Novanta e prevedeva la diffusione capillare di computer e infrastrutture per l’accesso a Internet in tutte le scuole, gettando le basi per il successo del paese nel settore digitale. Un all-in sulle Stem che ha avuto ricadute anche sui ragazzi, i quali hanno migliorato la capacità di risolvere problemi via via più complessi, accrescendo creatività, collaborazione e pensiero critico.
I dati Pisa sono chiari: nel 2022 l’Estonia si è classificata al primo posto in Europa per matematica, scienze e pensiero creativo, e seconda solo all’Irlanda per la lettura. Un circolo virtuoso che attrae studenti dall’estero e che – udite, udite – punta alla valorizzazione della figura dell’insegnante. Alla grande libertà d’insegnamento consegue un forte senso di responsabilità del docente, un impegno serio riconosciuto con un aumento della retribuzione del 50 per cento in soli cinque anni.
Ultimo dato: l’impatto del sistema scolastico sulla società. In Estonia, i risultati scolastici di un bambino dipendono meno che altrove dalla ricchezza dei genitori.
Le ragioni di questo successo sono molteplici e il paese non sembra fermarsi. La notizia giunge dalla viva voce di Kristina Kallas – ministro dell’Istruzione e della Ricerca – presente a Londra per l’Education World Forum. Kallas ha lanciato il progetto nazionale AI Leap, che fornirà a studenti e insegnanti “strumenti e competenze di intelligenza artificiale”. OpenAI e Anthropic supportano l’iniziativa, utilizzando l’Estonia come banco di prova per l’intelligenza artificiale nelle scuole. I numeri sono ambiziosi: fornire accesso gratuito a strumenti di apprendimento basati sull’AI di alto livello a 58.000 studenti e 5.000 insegnanti entro il 2027, partendo da settembre 2025 con studenti di sedici e diciassette anni. Un vero cambio di passo per una nazione che non ha mai vietato i cellulari a scuola, valorizzandoli per scopi didattici.
“Non possiamo vietare i cellulari – continua Kallas – da noi persino il voto elettorale può essere dato con lo smartphone: perché non dovremmo utilizzarlo per lo studio? La popolazione estone è apertissima alle nuove tecnologie e quindi vietare cellulari o non investire sull’intelligenza artificiale è insensato oltre che anacronistico”.
L’obiettivo è quello di ampliare nei giovani le capacità cognitive, sviluppare skill di ragionamento critico e, per assurdo, limitare i rischi che l’intelligenza artificiale e altre nuove tecnologie prendano il sopravvento. “È una grande sfida – aggiunge Kallas – dobbiamo evolverci divenendo creature capaci di un pensiero più veloce e articolato”.
AI Leap nasce all’interno di un gruppo di lavoro formato anche da privati che, insieme al ministero, hanno individuato priorità, strategie e passi da fare. Sono coinvolti docenti, studenti, accademici e ceo di importanti aziende strategiche del settore. Tutto il progetto è finanziato congiuntamente dallo stato e dal settore privato, soprattutto nella fase iniziale, con la presenza di una fondazione che gestisce risorse e programma. L’obiettivo è integrare AI e istruzione in modo da migliorare le competenze globali degli studenti. Non si vuole sostituire nessuno con l’intelligenza artificiale ma sfruttare una risorsa che è già entrata nelle nostre vite. Proprio per questo il progetto prevede la possibilità per tutti di usare l’intelligenza artificiale indipendentemente dallo status socio-economico.
L’Estonia è il primo stato a muoversi in questa direzione con una progettualità chiara, pubblica e forte. I risultati (anche quelli negativi) si vedranno nei prossimi anni. Qui da noi, intanto, si va avanti con slogan e divieti, in attesa della prossima polemica. Non manca molto: gli esami di maturità sono alle porte. Auguri.