Sanzioni, armi e cessate il fuoco. Il sostegno del cancelliere Merz all’Ucraina in cinque punti
Nella conferenza stampa congiunta di oggi pomeriggio da Berlino, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il neo cancelliere tedesco Friedrich Merz si sono mostrati affiatati. Merz ha detto cinque cose, Zelensky una sola: sanzioni. Tra un caro Friedrich di qua e un caro Volodymyr di là, i due hanno spiegato come intendono procedere nel tentativo di porre fine alla guerra russo-ucraina. Dopo aver condannato senza mezzi termini l’aggressione russa, definito gli ultimi attacchi “uno schiaffo in faccia a tutti coloro che lottano per un cessate il fuoco”, e ribadito il pieno sostegno tedesco all’Ucraina, Merz ha annunciato un piano in cinque punti. Il primo parte da una considerazione: “La guerra ha reso i popoli e i governi tedesco e ucraino più vicini”, ha affermato il cancelliere annunciando l’inizio di consultazioni regolari fra i due governi.
E se la guerra oggi prende tutta l’attenzione, il secondo punto è ripensare il futuro, “ecco perché dopo queste dichiarazioni alla stampa ci siederemo con le industrie per rafforzare le relazioni economiche, energetiche infrastrutturali e ancora in materia di tecnologia medica”. Consapevole di essere un esordiente sulla scena internazionale, Friedrich Merz ha affrontato il terzo punto, il cessate il fuoco e la pace, ringraziando il presidente americano Donald Trump per i suoi sforzi per portare le parti a un tavolo negoziale e criticando ancora il capo del Cremlino Vladimir Putin “che approva piani per la pace che poi non ci fa vedere”. Sì dunque all’iniziativa americana per colloqui a Ginevra, ha insistito Merz, che avrà invece deluso Donald Trump nel ribadire il no della Germania alla ripartenza di ciò che resta (una pipeline su quattro) dei gasdotti diretti russo tedeschi Nord Stream 1 e 2.
Sì anche al 18esimo pacchetto di sanzioni antirusse al quale sta lavorando l’Ue. Quarto punto, il più cruciale in guerra, il supporto militare all’Ucraina “sul quale non voglio dare dettagli, ma continuerà e crescerà così che l’Ucraina potrà continuare a difendersi dalla Russia”. La Germania, ha promesso Merz, finanzierà il sistema satellitare Starlink usato da Kyiv mentre punta a produrre missili a lungo raggio insieme agli ucraini. E, ha fatto chiarezza, “non ci saranno restrizioni sul range e sugli obiettivi dell’Ucraina e questa è una nuova fase della nostra cooperazione militare”. Traduzione: per noi tutto il territorio è un legittimo obiettivo militare. Non sorprende che poco dopo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov abbia parlato di “un crinale molto pericoloso: la Germania sta assumendo una posizione irresponsabile”. Se gli ucraini potranno lanciare anche i missili tedeschi Taurus non è ancora chiaro e Merz ha schivato la domanda di una giornalista, la scusa è stata: “Non vogliamo fornire indicazioni ai russi” – che va letta come: “I nostri alleati della Spd non sono tanto d’accordo, meglio glissare”. Non meno importante è stato l’annuncio di un nuovo pacchetto di aiuti per altri cinque miliardi di euro. Un impegno che si aggiunge agli sforzi della tedesca Rheinmetall già impegnata a produrre munizioni e pezzi di ricambio militari in territorio ucraino. Il quinto punto è l’auspicio di una pace permanente per l’Ucraina, “la vogliamo assieme ai nostri partner europei e all’America”, ha detto.
Più semplice è stato invece il messaggio di Zelensky, che ha chiesto il congelamento degli asset russi all’estero e sanzioni contro chi aiuta la Russia a riarmarsi. Sanzioni europee e americane invocate per portare Mosca al tavolo delle trattative “perché chi continua a volere la guerra, deve pagare la sua scelta”. A Zelensky è stato chiesto se parteciperà al prossimo vertice Nato all’Aia fra un mese. La sua risposta è stata elegante, spostando la responsabilità sull’Alleanza atlantica che non avrebbe ancora spiccato l’invito ufficiale: “Se l’Ucraina non sarà presente al vertice, sarà una vittoria per Putin, ma non sull’Ucraina, sulla Nato”.