Il Consiglio d’Europa accusa la Polizia italiana, Mattarella e Meloni rispondono

Si riaccende la polemica sulla profilazione razziale delle forze dell’ordine dopo le nuove dichiarazioni di Cottier. La premier: “Accuse vergognose”. Il capo dello stato invita Pisani al Quirinale per confermare stima e fiducia. Ma lo screzio parte da lontano

Bruxelles. La profilazione razziale, meglio nota col nome inglese di racial profiling, è il nuovo terreno di scontro tra il governo italiano e il Consiglio d’Europa. A riaccendere una polemica, già esplosa alcuni mesi fa, è stato Bertil Cottier, presidente della commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (Ecri), che da Bruxelles ha invitato il governo italiano “a condurre al più presto uno studio indipendente sul fenomeno della profilazione razziale nell’operato delle sue forze di polizia”. Parole a cui ha fatto eco la sua vice, Tena Simonovic Einwalter, che ha definito quello della profilazione razziale “un fenomeno crescente in molti paesi europei, tra cui Italia e Francia”, in cui agenti di polizia fermano le persone “sulla base del colore della pelle, o della loro presunta identità o religione, in piena violazione dei valori europei”. “Si sono osservati invece margini di miglioramento nelle forze di polizia britanniche sul fenomeno della profilazione razziale. Uno dei mezzi che ha aiutato molto a migliorare l’operato delle forze dell’ordine, e ha facilitato la raccolta dati per effettuare studi a riguardo, è l’utilizzo di bodycam da parte degli agenti di polizia”, ha aggiunto Els Katsman, esperta dell’Ecri. Per tutta risposta, ieri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha invitato al Quirinale il capo della polizia, Vittorio Pisani, “per riconfermare la stima e la fiducia della Repubblica nelle forze dell’ordine”.

Accuse immediatamente respinte al mittente anche dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che le ha definite “vergognose” e “frutto di un approccio ideologico e di pregiudizi evidenti”. Meloni ha poi alzato il tiro sul Consiglio d’Europa, ricordando che “l’Italia fu, nel 1949, tra i dieci Stati fondatori dell’organo nato nel dopoguerra per difendere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto, il cui spirito originario però sembra smarrito, sostituito da dichiarazioni sempre più faziose e lontane dalla realtà”.

Parole a cui ha fatto eco il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha ribadito la sua solidarietà “alle nostre donne e ai nostri uomini in divisa – che tutti i giorni, con grandi sacrifici e mettendo a rischio la propria vita – garantiscono la sicurezza e la salvaguardia dei diritti di tutti”.

Lo scontro con l’organo con sede a Strasburgo non è un fulmine a ciel sereno, ma parte di una battaglia ben più ampia. La settimana scorsa, infatti, un gruppo di nove paesi, guidati da Roma e Copenaghen, ha contestato alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo sui migranti, accusando la Corte di “aver limitato la capacità dei governi democratici di adottare misure necessarie a garantire la sicurezza dei propri cittadini”, dato che “la sicurezza delle vittime e della stragrande maggioranza dei cittadini rispettosi della legge dovrebbe avere la precedenza su altre considerazioni”. Una prima mossa per arginare gli impedimenti giuridici a quello che la destra europea ha individuato come la pietra filosofale dei problemi migratori: l’esternalizzazione della gestione della migrazione, o come è nota in Italia: il modello Albania.

Lettera però a cui ha replicato duramente il segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset, che sabato scorso ha risposto piccato a Meloni e gli altri otto leader che “in una società governata dallo Stato di diritto, nessun organo giudiziario dovrebbe subire pressioni politiche”. Quella del racial profiling dunque è solo l’ultimo episodio della lotta tra governo ed eurotoghe. A trasformare lo scontro istituzionale in boutade ci ha pensato però la Lega, che a fine giornata è intervenuta a gamba tesa definendo il “Consiglio d’Europa un ente inutile e da sciogliere”.

Leave a comment

Your email address will not be published.