Quattordici nuovi reati e nove nuove circostanze aggravanti: dall’occupazione abusiva alle truffe, dalla rivolta carceraria al blocco stradale. Ecco cosa cambia nel codice penale e in quello di procedura penale
Il decreto sicurezza incassa la fiducia alla Camera con 201 voti a favore. Il via libera definitivo è atteso tra oggi e domani. Successivamente il testo passerà al Senato, dove dovrà essere convertito entro il 12 giugno. I nuovi provvedimenti introducono 14 nuovi reati e 9 nuove circostanze aggravanti. Il decreto modifica diverse parti del codice penale e di procedura penale, includendo infrazioni che vanno dalla resistenza passiva fino a restrizioni sulla cannabis light, nuove regole per le madri detenute, e misure cosiddette anti No-Tav e anti No-Ponte. Vengono poi aggiunte nuove tipologie di aggravanti, per esempio per i reati commessi in prossimità di stazioni ferroviarie o metropolitane, oppure truffe ai danni di persone anziane. Si allarga inoltre l’ambito della non punibilità per gli agenti dei servizi segreti e si prevedono procedure più rapide per sgomberare edifici occupati.
Il contenuto del decreto è in gran parte simile a quello del disegno di legge originale: dei testi confrontati, 12 articoli sono stati modificati, anche se in alcuni casi solo lievemente. Le variazioni più rilevanti riguardano quelle riguardanti le madri in carcere e le norme sulle sim telefoniche destinate a cittadini non appartenenti all’Unione europea.
La presidente del Consiglio dei ministri ha rivendicato lunedì i primi sgomberi di immobili occupati eseguiti con le nuove procedure. “Grazie alle nuove norme introdotte con il decreto, in Italia sono già stati eseguiti i primi sgomberi immediati di immobili occupati abusivamente. Un risultato concreto, reso possibile da procedure che consentono finalmente un intervento veloce e il ripristino rapido della legalità. Avanti così, per tutelare i più deboli e difendere la proprietà privata” ha scritto la premier sui social.
Cosa prevede il decreto sicurezza
Terrorismo e noleggi sotto controllo
Si introduce un nuovo reato per chi possiede o diffonde materiale che insegna a costruire armi, esplosivi o strumenti per compiere attentati terroristici. Anche chi gestisce attività di noleggio veicoli sarà obbligato a comunicare i dati dei clienti.
Mafie e gestione dei beni confiscati
I beni sequestrati alla criminalità saranno gestiti più rapidamente e con maggior coinvolgimento degli enti locali. È prevista poi una semplificazione per chiudere le aziende inattive e un uso più efficiente delle risorse, anche per progetti scolastici. Chi è stato vittima delle mafie, se aveva interrotto i rapporti con i colpevoli, potrà accedere ai benefici economici previsti.
Reato per le occupazioni abusive
Chi occupa illegalmente una casa rischia ora fino a sette anni di carcere, soprattutto se la vittima è anziana o fragile. Si prevede anche una procedura più veloce per restituire l’abitazione al legittimo proprietario.
Furti e truffe agli anziani
Il decreto introduce pene più severe per chi compie reati come furti o truffe nei pressi di stazioni e mezzi pubblici, o contro persone anziane. È stata introdotta anche una nuova aggravante per chi danneggia beni pubblici durante manifestazioni violente.
Daspo urbano e blocchi stradali
Il divieto di accedere a certe zone della città (Daspo urbano) potrà essere applicato anche a chi ha precedenti per reati contro persone o cose in luoghi come stazioni e aeroporti. Bloccare una strada con il proprio corpo diventa reato, con sanzioni più pesanti se commesso in gruppo.
Madri detenute e minori usati per accattonaggio
Viene modificata la normativa sulle donne incinte in carcere: il rinvio della pena non sarà più automatico, ma valutato caso per caso. La pena per chi costringe minori sotto i 16 anni a chiedere l’elemosina sarà più severa, con aggravanti se usano violenza o minacce.
Carceri e centri per migranti
È stato introdotto il reato di “rivolta carceraria” per chi partecipa a disordini o ostacola le attività istituzionali. La stessa norma vale per i Centri di permanenza per i migranti irregolari. Vengono rafforzate anche le pene per chi istiga altri detenuti a violare le regole.
Cannabis light e controlli
Viene vietata la vendita e distribuzione delle infiorescenze della cannabis, mentre resta consentita – sotto controllo – la produzione di semi per usi legali. I controlli spetteranno ai Carabinieri forestali.
Forze dell’ordine, più tutele e strumenti
Gli agenti di polizia potranno usare le bodycam (telecamere indossabili) durante i servizi di ordine pubblico e nei luoghi di custodia dei detenuti. Saranno anche autorizzati a portare armi private fuori servizio. Lo Stato potrà coprire fino a 10.000 euro di spese legali per agenti indagati per fatti legati al servizio, salvo dolo.
Danni a beni pubblici e codice della strada
Chi imbratta o danneggia beni usati per funzioni pubbliche rischia fino a tre anni di carcere e multe fino a 12.000 euro in caso di recidiva. Aumentano anche le sanzioni per chi non rispetta gli ordini degli agenti della polizia stradale.
Servizi segreti, meno poteri speciali
È stata eliminata la norma che avrebbe obbligato enti pubblici e università a fornire informazioni ai servizi segreti, in deroga alla privacy. Resta invece la possibilità per il personale delle forze armate di ottenere lo status di agenti di pubblica sicurezza se impiegati a protezione di strutture sensibili.
Vendita di Sim ai migranti
Gli stranieri non comunitari potranno acquistare Sim mostrando un documento d’identità valido, senza l’obbligo di esibire il permesso di soggiorno. Chi non rispetta le regole rischia la chiusura temporanea dell’attività.
Tutor per vittime di usura
Viene istituita una nuova figura professionale, il “tutor”, che aiuterà le vittime di usura nella gestione dei mutui ricevuti per uscire dal giro della criminalità.
Reinserimento dei detenuti nel lavoro
Il decreto promuove anche il lavoro per chi è in carcere o ha avuto problemi psichiatrici, estendendo la categoria di “persone svantaggiate”. Saranno coinvolte anche organizzazioni del terzo settore per facilitare il reinserimento.
Alcune modifiche dei 39 articoli del decreto – in sostituzione al precedente disegno di legge approvato alla Camera ma poi bloccato al Senato – sono state chieste dal Quirinale. Come scriviamo qui, il Colle ha imposto sei modifiche chiave al decreto sicurezza che prevedevano meno obblighi di collaborazione con i servizi segreti, limiti alle proteste in carcere e contro infrastrutture, Sim ai migranti con documento, attenuanti obbligatorie per reati contro pubblici ufficiali e custodia attenuata per madri con figli.
Il decreto sicurezza del governo ha suscitato forti critiche anche da parte di giuristi e penalisti. Come spieghiamo qui, le norme che destano maggiore preoccupazione sono le aggravanti per reati vicino alle stazioni e le pene sproporzionate per occupazioni e resistenza passiva in carcere. Il provvedimento è stato accusato di violare principi costituzionali proporzionalità e presunzione di innocenza.
Le contestazioni continuano ad arrivare dalle opposizioni, da alcune associazioni e dalla rete “No Dl sicurezza” perchè ritenuto eccessivamente repressivo. Viene denunciata poi la gestione strumentale e confusa della sicurezza. È prevista sabato 31 maggio una nuova grande manifestazione dopo quella di ieri, che ha visto ancora scontri tra attivisti e agenti.