Un rapporto sullo stato della salute animale nel mondo 2025 mostra che la questione è diventata un tema cruciale per la salute pubblica e la stabilità globale. È fondamentale l’impegno corale contro i rischi epidemici, altro che il “sovranismo” sanitario del governo Meloni
Il rapporto sullo stato della salute animale nel mondo 2025, presentato dall’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah), traccia un quadro chiaro in cui la salute degli animali non è più soltanto una questione veterinaria, ma un tema cruciale per la salute pubblica e la stabilità globale. È la consapevolezza, dopo la pandemia di Covid, che la salute animale è anche la nostra: le malattie non conoscono confini e le crisi sanitarie animali possono diventare crisi umane. Il rapporto mette in luce un dato preoccupante: il rischio di trasmissione di malattie dagli animali all’uomo (zoonosi) è in costante aumento. La crescente intensificazione degli allevamenti, la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici e l’espansione dell’uomo in habitat selvatici stanno creando nuove interfacce tra specie, favorendo il salto di specie di agenti patogeni.
Esemplare è la diffusione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai), che non solo minaccia gli allevamenti avicoli ma si sta estendendo anche a mammiferi, incluso l’uomo, aumentando il rischio di futuri adattamenti e la possibile evoluzione verso una trasmissione da uomo a uomo. Una minaccia che, se trascurata, potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Di fronte a queste sfide, il rapporto lancia un appello: nessun paese può affrontare da solo la minaccia delle zoonosi. Serve un impegno corale, un’alleanza tra governi, istituzioni sanitarie, produttori, comunità locali e scienza. Il rapporto cita anche la necessità di un approccio One Health: solo integrando la salute animale, umana e ambientale si potranno contrastare efficacemente le zoonosi. L’esperienza del Covid ha lasciato un insegnamento indelebile: la frammentazione non funziona. Un monito per il governo Meloni che, in nome di un presunto “sovranismo” sanitario si è astenuto la scorsa settimana durante il voto per l’Accordo pandemico globale. L’isolazionismo, di fronte al rischio di nuove pandemie globali, pone l’Italia in una inutile e inspiegabile posizione di rischio.