Il caro energia è l’emergenza prioritaria per l’industria italiana. Lo ha detto il presidente di Confindustria all’Assemblea 2025. Governo, imprese ed Elettricità Futura puntano su soluzioni come il disaccoppiamento dal prezzo del gas e i contratti a lungo termine per le rinnovabili
Nel cuore dell’intervento di Emanuele Orsini all’Assemblea di Confindustria 2025, l’energia è stata indicata come la questione più urgente: “Un vero dramma che si compie ogni giorno”, ha detto, ricordando che le imprese italiane pagano l’elettricità fino all’80% in più rispetto a quelle dei principali Paesi europei. Un sovraccosto legato al paradosso di un sistema in cui il prezzo per l’industria viene ancora determinato dal gas, anche se ormai il 45% dell’elettricità prodotta proviene da fonti rinnovabili. “Non possiamo più accettare di pagare l’energia al prezzo vincolato a quello del gas”, ha scandito Orsini, invocando il disaccoppiamento dei prezzi. Un appello raccolto con toni collaborativi dalla premier Giorgia Meloni, che ha riconosciuto il problema come “la questione più urgente da affrontare” e ha rilanciato lo strumento dei contratti pluriannuali a prezzo fisso per l’energia rinnovabile come via concreta per superare il meccanismo attuale.
“È uno strumento già disponibile”, ha detto, aggiungendo che serve dialogo anche con Bruxelles per rafforzare misure come l’Energy Release e il Gas Release. In questo clima, l’intervento di Elettricità Futura, principale associazione del mondo elettrico italiano, ha segnato un passaggio significativo: l’associazione delle imprese elettriche ha scelto una posizione costruttiva, dicendosi “pronta fin da ora a collaborare concretamente” con il governo e le imprese su tutte le iniziative utili a ridurre i costi energetici. Non solo: ha condiviso la denuncia di Orsini sui ritardi autorizzativi che bloccano oltre 150 GW di nuovi impianti rinnovabili, segnalando che proprio l’aumento della produzione da rinnovabili – se accompagnato da regole certe – può diventare la chiave per dare finalmente all’industria un prezzo dell’energia competitivo. In un dibattito finora polarizzato tra chi chiede più mercato e chi vuole più intervento pubblico, questa convergenza apre uno spiraglio: se industria, governo e produttori di energia iniziano a parlarsi davvero, l’Italia può finalmente uscire dal tunnel dei sovraccosti.