Piccolo prontuario di libri benefici

Ecco perché vale la pena di riprendere in mano “Manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki, nella sterminata edizione integrale

Piccolo prontuario di libri benefici, mentre un malanno epocale mi impedisce di rendermi conto della realtà circostante. Uno: “Manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki (1831). In quest’opera barocca e interminabile, in questo labirinto di racconti che si sovrappongono e si interrompono e si intersecano, vanno letti i brani in cui parla Velázquez. È costui un razionalista che cerca di risolvere tramite la matematica tutte le questioni che affliggono l’essere umano, dall’amore alla guerra, passando per qualsiasi minuzia. Parla anche di felicità, comparandola a una complessa operazione su cifre elevatissime, sufficiente a far di conto per ore e ore. Poi alla fine il calcolo non riesce, dice Velázquez, ma almeno nel frattempo si è passata la giornata a calcolare: così come tutti ci lambicchiamo per tutta la vita sul modo di vivere essere felici fino a che non gettiamo la spugna, ma almeno nel frattempo abbiamo vissuto. Che è poi lo stesso motivo per cui vale la pena di riprendere in mano questo vecchio romanzo, nella sterminata edizione integrale: per settecentocinquanta pagine inseguiamo storie spezzate e ricucite, personaggi che appaiono e scompaiono, situazioni che si sfaldano e si ripetono; alla fine può anche sembrarci di non aver capito nulla, ma almeno nel frattempo abbiamo passato la giornata a leggere.

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