Vannacci: “La sentenza che riconosce due mamme? Ideologia”

Il generale e vicesegretario della Lega: “La ‘madre intenzionale’ non esiste nella realtà”. La Consulta sbaglia? “Il fondamento biologico della generazione nei mammiferi è la presenza di un maschio e di una femmina”

“Non c’era alcun vuoto normativo”, dice il generale Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, che insieme al Foglio commenta la sentenza della Corte costituzionale.

La Consulta ha riconosciuto i figli di due donne nati dalla procreazione mediamente assistita, e c’è chi sottolinea l’abbia fatto per latenza del legislatore. Vannacci, lei che ne pensa? “No. Le ragioni della sentenza sono meramente ideologiche. La ‘madre intenzionale’ non esiste nella realtà. Il fondamento biologico della generazione nei mammiferi è la presenza di un maschio e di una femmina. Anche i bambini nascono da un padre e da una madre. Se poi il cosiddetto ‘giudice delle leggi’, e cioè la Consulta, vuole giudicare anche le leggi della natura, abbiamo un problema. Ma è di natura ideologica”.

Lei è fresco di nomina a vicesegretario del suo partito. Il proposito è quello di vannaccizzare la Lega. Ecco, il recente ingresso di Alessandra Mussolini tra i leghisti – conoscendo le sue posizioni woke e Lgbt – fa pensare che nel partito qualcuno abbia gioito della sentenza… “Alessandra Mussolini? La Lega ha una lunga storia e sa raccogliere identità diverse, prendendo da ciascuno ciò che può dare”. Anche se ciò che può dare è l’arcobaleno? “È ovvio che l’ingresso di chiunque non cambia la posizione della Lega su famiglia, vita e identità”. Pensa che Mussolini dovrebbe leggere il suo libro? “Penso che il partito non rinuncerà mai ad avere un programma chiaro, specialmente su ciò che non è negoziabile”. E la famiglia naturale non è negoziabile. Non con i lustrini colorati…

C’è chi parla poi, anche in altri partiti che compongono la maggioranza – su tutti Forza Italia e Noi moderati – di “diritto dei bambini”. I quali debbono essere riconosciuti e tutelati in quanto figli. “Il primo diritto di ogni bambino – argomenta il vicesegretario – è quello di avere un padre e una madre. Sempre ieri la Consulta, con un’altra sentenza, ha confermato l’esclusione delle donne single dalla procreazione assistita citando espressamente l’interesse dei figli ad avere anche un padre. Se la Consulta non conosce il principio di non contraddizione, significa che qualcosa non funziona”.

Colpisce l’espressione “genitore intenzionale”, usata dalla Consulta. Una dicitura tipica di testi redatti in paesi dove la gestazione per altri, o utero in affitto, è legale. L’attrito ideologico è speculare a un attrito fra i poteri: legislativo e giudiziario? “La scelta di contrabbandare un concetto giuridico effettuandone il trasbordo da paesi in cui è considerato legale ciò che il Parlamento italiano ha dichiarato reato universale ad ottobre 2024, rivela chiaramente le ragioni di questa sentenza e della sua tempistica. Il tentativo della Consulta è quello di forzare l’ordinamento italiano adeguandolo ai diktat del globalismo arcobaleno. Sarebbe democrazia liberale questa? Non mi pare”.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.