Se la democrazia rincorre le sentenze, la democrazia è a rischio

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore – Sciacallo (in senso figurato): “Persona che approfitta delle altrui sventure per rubare; in particolare chi, in occasione di cataclismi o eventi bellici, saccheggia case e luoghi abbandonati, deruba cadaveri o persone indifese” (Treccani). Sciacallo (in senso storico): “Leader politico che soffia sul fuoco dell’antisemitismo per trarne profitto elettorale, e che ha attribuito al governo di Gerusalemme la responsabilità dell’assassinio di due giovani israeliani a Washington. Specie di mammifero simile alla volpe e al lupo, avvistato nel campo largo della sinistra italiana” (Enciclopedia dell’immoralismo, maggio 2025).

Michele Magno

Sciacallo, in senso cronachistico: chi trasforma un atto di antisemitismo, come quello di Washington, in qualcosa di diverso da un atto di antisemitismo.



Al direttore – Mi appello alla storia politica italiana del secondo Dopoguerra per attribuire ai quattro quesiti della Cgil la seguente definizione: il referendum truffa.

Giuliano Cazzola


Al direttore – La richiesta, da parte di Unicredit, di una revisione del provvedimento adottato in applicazione del Golden Power in merito all’Ops su Banco Bpm contribuisce senza dubbio ad alimentare una condizione di incertezza. Per questo motivo appare del tutto fuori luogo – e in contrasto con il principio di autonomia delle autorità indipendenti – trarre conseguenze di natura politica sul vertice della Consob, anche in riferimento alle modalità con cui è stata votata la sospensione dell’offerta per trenta giorni. Altro discorso è la reazione di Banco Bpm, che potrebbe ricorrere al Tar: si tratta, secondo la fisiologia dei rapporti istituzionali, di una contestazione che chi si ritiene, a torto o a ragione, penalizzato da un provvedimento ha facoltà di avanzare. Il governo, piuttosto, risponda rapidamente alla richiesta di Unicredit: in questo modo sarà finalmente possibile capire se si intende proseguire o meno con il procedimento. “Sì, sì; no, no”. Senza lasciare spazio ad alibi o ad altri escamotage. In un momento come questo, creare instabilità ai vertici della Consob attraverso dichiarazioni pubbliche o velati inviti sarebbe un atto grave.

Angelo De Mattia



Al direttore – Abbiamo perso un’altra occasione per rendere l’Italia un paese al passo con i tempi: la Corte costituzionale ha ribadito il divieto per le donne single di accedere alla fecondazione assistita. Nella sentenza si percepisce una certa indisponibilità ad ascoltare ragioni, ma si lascia spazio al legislatore di intervenire in materia. Il Parlamento aprirà una riflessione con una propria proposta? L’aspettativa di cambiamento è alta visto l’impegno della maggioranza di governo sulla famiglia e sulla natalità e vista la contingenza di un presidente del Consiglio donna, attenta alle cause delle donne. Ho molto ammirato Evita, la quarantenne di Torino che ha sollevato il caso. L’ho ammirata perché ho una bambina di quattro anni, Letizia, che è stata concepita in Spagna proprio perché quando ho deciso di intraprendere la gravidanza non avevo un compagno e in Italia non avrei potuto avere neanche un figlio. Io ho aggirato l’ostacolo andando a Barcellona ma il percorso non è comunque facile. Non lo è di per sé, perché quella di mettere al mondo un figlio da sola è una decisione forte da prendere, dovendo valutare gli elementi più svariati: fisici, emotivi, familiari, sociali, morali e non da ultimo economici. Ci vuole molta determinazione. E non è facile neppure dal punto di vista medico, perché il risultato non è garantito. Aggiungere il dover andare all’estero è un ulteriore ostacolo, non solo di coscienza ma anche logistico. Tutto diventa più complicato, perfino la comunicazione con i medici che ti seguono, e tutto diventa più costoso, per cui finisce per partire solo chi ha disponibilità economiche. E tutto condito da una buona dose di ipocrisia perché la fecondazione assistita per donne single in Italia non si può fare ma basta prendere un aereo per realizzare il sogno di diventare madri pur non avendo un partner. Fino a qualche anno fa il divieto vigeva anche in Francia ma a giugno 2021 è caduto. Cos’hanno in meno le donne italiane rispetto alle francesi o alle spagnole?

Paola Tommasi

La sua lettera è molto bella, e costringe a riflettere. Ma nel nostro piccolo offriamo un elemento di riflessione, fra i tanti che si potrebbero considerare: ma fino a che punto un Parlamento può essere libero di legiferare rispondendo al popolo che lo ha eletto e non ai giudici che sentenziano? E siamo sicuri che stabilire che il principio di “adeguamento ai tempi” debba essere deciso per via giudiziaria e che rafforzi davvero la rappresentanza? La rappresentanza poi può piacere o non piacere, non è questo il punto. Ma se la democrazia va a rimorchio delle sentenze, per quanto le sentenze possano essere belle, il rischio che la democrazia venga svuotata c’è. Un cuore a Letizia.

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