Robert Shwartzman conquista la pole position alla 500 Miglia di Indianapolis, segnando un importante traguardo per il motorsport italiano. L’edizione 2025 si preannuncia spettacolare, con grandi nomi in griglia e la tradizione del latte pronta a celebrare il vincitore
Il catino dell’Indiana: l’ovale più veloce del mondo. È qui che, domani, andrà in scena la 500 Miglia di Indianapolis, una delle competizioni più affascinanti e iconiche del panorama automobilistico internazionale. Un evento che si rinnova ogni anno e che, come da tradizione, si disputa nell’ultima domenica di maggio. Nell’albo d’oro spiccano nomi leggendari dell’automobilismo a stelle e strisce: A.J. Foyt, Al Unser Sr., Rick Mears e il brasiliano Hélio Castroneves, tutti capaci di conquistare quattro vittorie a Indianapolis. Un record condiviso e finora ineguagliato. La Indy 500 parla italiano perché le auto sono tutte made in Dallara, ma quest’anno lo parla un po’ di più perché la pole position è stata ottenuta dalla vicentina Prema racing con Robert Shwartzman. La squadra italiana è la prima debuttante a guadagnarsi la prima posizione nella Indy 500 dai tempi della Mayer Motor Racing (con Tom Sneva nel 1984). A sua volta Shwartzman è il primo rookie (esordiente) a centrare la pole dal 1983. Il venticinquenne pilota russo-israeliano ha fatto anche parte in passato del programma di sviluppo della Ferrari, ma poi si è trovato le porte chiuse in F1.
Curiosa coincidenza: l’ultimo rookie in pole position alla partenza fu proprio un italiano, quel Teo Fabi che vanta una discreta carriera automobilistica al di qua e al di là dell’Atlantico, protagonista anche in Formula 1. Costruito nel 1909, l’Indianapolis Motor Speedway vide correre la sua prima 500 Miglia nel 1911. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, ma la gara è ancora lì, col suo fascino irresistibile. Correre la 500 (che, ricordiamolo, oggi fa parte delle IndyCar Series) non è facile. L’abilità richiesta ai piloti va al di là del dover semplicemente fare quattro curve a sinistra, come a volte si è sentito dire. Talmente complessa è invece la corsa che le macchine devono definire set-up particolari per la domenica, spesso anche molto differenti da quelli utilizzati nelle qualifiche. I picchi di velocità inoltre sono tali che i piloti incontrano il loro bel da fare per tenere le traiettorie con vetture dal carico aerodinamico ridotto. Per rendere bene l’idea: il già citato Shwartzman ha ottenuto la prima posizione sulla griglia di partenza toccando i 374.6 km/h.
Non sarà facile per il pilota della Prema trasformare la pole in una vittoria. I favoriti sono lo spagnolo Álex Palou (dello storico team di Chip Ganassi), campione in carica delle IndyCar Series; il messicano Pato O’Ward, alla guida della Chevrolet della Arrow McLaren; gli esperti Scott Dixon (quarantaquattrenne neozelandese già vincitore della 500 nel 2008) e Takuma Sato, quarantottenne pilota giapponese (un passato in Formula 1) alla ricerca della terza vittoria in carriera a Indianapolis dopo quelle ottenute nel 2017 correndo per il team Andretti Autosport (di proprietà di Michael Andretti, figlio del leggendario Mario) e nel 2020 al volante della Rahal Letterman Lanigan Racing (scuderia della quale è comproprietario il celebre conduttore statunitense David Letterman). Difficile invece prevedere il tris di Josef Newgarden. Il pilota americano (campione delle IndyCar Series nel 2017 e nel 2019) ha infatti vinto le ultime due edizioni della 500 Miglia. Purtroppo per lui, a causa di modifiche tecniche non autorizzate, Newgarden è stato retrocesso in fondo alla griglia di partenza. Stessa sorte è toccata al compagno di squadra Will Power, quarantacinquenne australiano e anch’egli bicampione della categoria (2014 e 2022).
Chiunque taglierà per primo il traguardo, una cosa è certa: verrà onorata la tradizione che vuole il vincitore ricevere una bottiglia di latte da bere , spesso anche da versarsi addosso, come fosse champagne. Una consuetudine nata nel 1936, quando Louis Meyer, primo a vincere tre edizioni della 500 Miglia, chiese del latte dopo la gara, ricordando il consiglio di sua madre, che glielo raccomandava come bevanda rinfrescante nelle giornate più calde. Una tradizione rotta un’unica volta: nel 1993 quando Emerson Fittipaldi, per promuovere il prodotto della sua piantagione in Florida, chiese di bere succo d’arancia. Il brasiliano fu molto criticato e da allora nessuno ha più rotto la tradizione. Lo spettacolo non dovrebbe mancare. O, almeno, questo è ciò che spera FOX, che quest’anno prende il testimone da NBC dopo sedici stagioni di trasmissioni. Nel 2024, nonostante il rinvio della partenza a causa del maltempo, la Indy 500 ha attirato 5,34 milioni di spettatori sulle varie piattaforme NBC, registrando un incremento dell’8 per cento rispetto al 2023 e del 10 percento rispetto al 2022 (in Italia la trasmetterà Sky).