Meloni prepara un altro viaggio da Trump nel nome di Colombo, eroe anti woke

La premier italiana e il presidente Usa al gala della Niaf di ottobre, segnato dal ritorno dei festeggiamenti per l’esploratore italiano. Intanto spunta il nome di Ambrosetti come prossimo ambasciatore italiano a Washington

Giorgia Meloni e Donald Trump insieme nel nome di Cristoforo Colombo. Un mito da celebrare e una statua da spolverare e lucidare altro che da abbattere, con tanti saluti al wokismo. Come finirà la battaglia dei dazi, dopo l’offensiva trumpiana di ieri non si sa, ma di sicuro Palazzo Chigi è già al lavoro per preparare la trasferta del 18 ottobre. Appuntamento al Washington Hilton Hotel (1919 Connecticut Avenue, NW) per la serata di gala della National italian american foundation (Niaf) che quest’anno compie 50 anni di attività. Donald e Giorgia ci saranno. Tra i premiati Andrea Bocelli. Nessun dorma.


Si preannuncia come un evento la festa della fondazione nata per unire “il genio creativo italiano e l’approccio pragmatico americano”. Ed è subito partita la corsa al voler esserci. Ecco la premier certo. Ma anche i vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, che negli Usa doveva andare questo mese ma che alla fine ha rinviato. E poi gli inviti stanno partendo anche verso le alte cariche dello stato, ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. E i presidenti delle commissioni parlamentari che hanno a che fare con l’America tipo Difesa ed Esteri resteranno a Roma? Ma no, anche loro fremono. Gli smoking sono già stirati. Così come sono previste le delegazioni della banda dei Carabinieri e dei piloti delle Frecce tricolori. Ma la lista è lunghissima: per esempio è data per scontata anche una importante rappresentanza della regione Lazio, guidata dal meloniano Francesco Rocca, reduce proprio in questi giorni da un tour in Giappone per l’Expo di Osaka con assessori e consiglieri regionali (di maggioranza e opposizione: così nessuno ha polemizzato sui costi della missione che ricorda quella di Craxi e “i suoi cari” in Cina). Come ogni anno infatti la Niaf elegge una regione d’onore. Nel 2024 era toccato al Friuli Venezia Giulia, mentre nel 2025 sarà appunto la volta del Lazio. Che festa, che occasione di amicizia e affari, certo.


Il gala – calendario alla mano – è in programma sotto “Columbus day” che, come si sa, cade il 12 ottobre. In onore dello sbarco del genovese Cristoforo. Il giorno dopo i funerali di Papa Francesco è stato proprio Trump a rilanciare la festa culturale con parole, affidate al social Truth, che sono subito andate a genio a Meloni. Queste: “Riporterò in auge il Columbus day dalle ceneri”. Perché? “I democratici hanno fatto tutto il possibile per distruggere Cristoforo Colombo, la sua reputazione e tutti gli italiani che lo amano tanto. Hanno buttato giù le sue statue, mettendoci al suo posto nient’altro che il woke, o peggio il nulla totale! Beh, sarete felici di sapere che Cristoforo sta per tornare alla grande. Riesumo qui e ora il Columbus day secondo le stesse regole, date e luoghi nei quali si svolgeva da decenni”. Musica per le orecchie della premier che lo scorso aprile nello Studio ovale della Casa Bianca aveva ribadito l’importanza della lotta comune dei conservatori sulle due sponde dell’Atlantico contro l’“ideologia woke, che vorrebbe cancellare la nostra storia”.


La parata si svolgerà a New York il 12 ottobre e saranno giorni di festa fino all’evento della Niaf.


Questa occasione sarà anche il debutto per il nuovo ambasciatore italiano in America. La corsa di Mariangela Zappia sembra arrivata al capolinea, senza più la possibilità di proroghe, entro fine giugno. Nei corridoi invisibili che uniscono Palazzo Chigi con la Farnesina in queste ore si fa un nome preciso: è quello di Massimo Ambrosetti, da due anni a Pechino. Per lui sarebbe un ritorno: tra il 2006 e il 2010 prestò servizio a Washington, con funzioni di primo consigliere, occupandosi anche delle relazioni strategiche fra Stati Uniti e Cina. Ambrosetti nel conclave delle feluche è dato come papabile, con tutti i rischi del caso. Come cioè un punto di intesa fra Meloni e Tajani (che non ha mai nascosto la preferenza per il suo attuale capo di gabinetto Francesco Genuardi). Sullo sfondo resta anche il solido Giorgio Marrapodi, da 3 anni in Turchia, con 35 anni di esperienza alle spalle. Fratelli d’Italia – tendenza sottosegretario Giovanbattista Fazzolari – vorrebbe Mario Vattani, nominato un anno fa dal Consiglio dei ministri ambasciatore di grado, quindi a vita. Inchiodato al perfido nomignolo di “console fascio rock” per via di quel concerto, tra boschi di braccia tese, a un evento di CasaPound ormai quattordici anni fa. Amore sterminato per il Giappone, profuso in libri e guide di qualità, Vattani è il commissario generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka. Sarebbe una sorpresa. E nulla è ancora chiuso a doppia mandata. D’altronde è prassi non scritta che incarichi del genere passino anche dal Quirinale. Il tempo fugge e lo sbarco del nuovo ambasciatore è imminente. Anche perché non sarà un ottobre qualsiasi per Meloni e il resto del governo. Nel nome di Colombo, dazi permettendo, s’intende.


Simone Canettieri

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d’autore.

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