Trump ora pensa che Putin non voglia la pace, che sorpresa, ma non vuole comunque farci niente

Alcuni funzionari informati della telefonata di lunedì hanno riferito la nuova posizione del presidente. Che però continua a oscillare tra indifferenza e disimpegno, alimentando l’intransigenza del capo del Cremlino

Il presidente americano, Donald Trump, ha detto ai leader europei che Vladimir Putin non è pronto a mettere fine alla guerra contro l’Ucraina perché pensa di poterla vincere. Alcuni funzionari europei informati riguardo alla telefonata di lunedì fra Trump e il presidente russo lo hanno riferito al Wall Street Journal: i leader europei non erano stupiti della cosa in sé, lo sanno e lo dicono da sempre che Putin non vuole la pace (gli basterebbe smettere di bombardare, se la volesse), ma dal fatto che lo dicesse Trump, che pubblicamente ha sempre dichiarato il contrario.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha contestato il quotidiano conservatore (che è sotto attacco continuo dei trumpiani, soprattutto di Elon Musk): Trump non ha mai detto che Putin non vuole mettere fine alla guerra, anzi pensa che il presidente russo “voglia la pace e che la guerra finisca”. Le versioni divergono ma la sostanza no, perché in ogni caso il presidente americano non vuole aumentare la pressione su Putin. Anzi, Trump continua ad allentarla questa pressione: prima della conversazione telefonica con il presidente russo, aveva detto che, in caso di mancato cessate il fuoco, avrebbe imposto nuove sanzioni, poi ha dichiarato di non volerle introdurre, di non volersi unire agli europei in nuove misure sanzionatorie (gli europei proseguono) e anzi ha ipotizzato di poter creare una collaborazione commerciale con la Russia – l’esatto contrario.

Riassumendo: Trump ha detto di essere l’unico a poter far fare la pace tra Russia e Ucraina, ha detto che ci avrebbe messo 24 ore poi 100 giorni poi l’orizzonte temporale è scomparso (ora si parla di metà giugno, per un negoziato in Vaticano); ha detto che avrebbe imposto sanzioni se non avesse ottenuto un cessate il fuoco e ora vuole fare affari con la Russia; ha anche dichiarato che la guerra in Ucraina “non è un mio problema” e che l’espressione “senza condizioni”, riferito al cessate il fuoco, non gli piace. Il presidente americano oscilla tra indifferenza e disimpegno, e alimenta l’intransigenza di Putin, senza offrire alternative: la pace non è mai stata vicina, il negoziato non è mai stato efficace, la guerra contro l’Ucraina continua.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d’amore – corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d’amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l’Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell’Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi

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