Sebastiao Salgado, bianco e nero (1944-2025)

Non solo fotografo, non solo pittore di quadri naturali e incredibili. Ha segnato la storia della fotografia senza ricorrere al photoshop del moralismo

Ho sempre pensato che a unirli fosse, in fondo, il bianco e nero. Il bianco e nero che è stato il suo filtro per capire il mondo, attraverso le sue Leika. Il bianco e nero tutt’altro che documentario ma pittorico, contrastato, tridimensionale di chiaroscuri. “Per me il bianco e nero è un modo di non distogliere la mia attenzione da quello che è il vero oggetto del mio interesse… E sono assolutamente certo che nel momento in cui tu guardi quella foto, in un certo senso tu vedrai dei colori”. In bianco e nero anche Wim Wenders ha girato i suoi film migliori. In Il sale della terra, il film girato con e su Sebastiao Salgado, ci sono anche i colori. Ma soprattutto c’è la sua anima. Non solo fotografo, non solo pittore di quadri naturali e incredibili, come il grandioso progetto Genesi. L’inferno dantesco dei dannati nella miniera d’oro a cielo aperto di Serra Pelada, in Brasile; le immagini della carestia nel Sahel negli anni ’80; la testimonianza dell’esodo dei tutsi dal Rwanda durante il genocidio del 1994. Hanno segnato la storia della fotografia senza ricorrere al photoshop del moralismo. Del suo lavoro ha detto: “Non ho mai fotografato la miseria, ho sempre fotografato la dignità”. Lo si può vedere in ogni sua foto. Era nato nello stato di Minas Gerais nel 1944, la notizia della sua morte è stata data ieri.

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  • Maurizio Crippa
  • “Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini”

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