Roberto Fico “‘a purpetta”. In Campania imbarca il figlio di Cesaro e cerca Mastella, che avvisa: “I 5s non rompano”

Vuole candidarsi al posto di De Luca e in coalizione avrà il figlio di Luigi Cesaro, Aramandino, di Iv, altri consiglieri ritenuti da M5s impresentabili. E c’è anche Mastella: “Fico, non ha preclusioni. È un moderato”

Roma. Roberto Fico, al sugo: lottava contro ‘a purpetta (Giggino) ma ora se la mangia. Cosa succede quando un 5 stelle vuol fare il presidente della Campania? Succede che ha bisogno di voti e i voti li possiede chi ha sputazzato e definito impresentabile per una vita. Lui, Luigi Cesaro, detto Giggino ‘a purpetta, ex presidente della provincia di Napoli, ex senatore di Forza Italia, oggi in Italia viva, una storia giudiziaria turbolenta. Il testimone lo ha passato al figlio Armandino che è il coordinatore di Iv in Campania e Armandino chi appoggia? Fico, che sta cercando l’accordo anche con… Andiamo a Benevento, da Mastella. Sindaco Mastella, vi siete sentiti con l’ex presidente della Camera? “Sì, e non ha un atteggiamento preclusivo. Ma se il M5s mi vuole deve smettere di rompermi le scatole. Fico è un moderato”. Fico è nu’ babà.



In Campania lo chiamano un “inguacchio”, una storia intricata che in realtà è semplicissima: il vecchio nemico ora è il mio compare. Giuseppe Conte, preparati. Elly Schlein e la sinistra campana sono disposte a sostenere Fico al posto di De Luca ma la candidatura non è stata ufficializzata perché prima deve essere firmata la pace fra Schlein e De Luca. Il dispaccio da Napoli: “Si sta cercando di fare incontrare Elly e De Luca, serve una fotografia come quella del Vaticano, fra Trump e Zelensky altrimenti De Luca correrà da solo”. Ma quanto vale il M5s in regione? Vale circa il 13 per cento che va unito ai voti del Pd, liste civiche, Italia Viva.

In Campania, Azione di Calenda non ha ancora deciso con chi stare, con la destra o la sinistra, i consiglieri delle civiche di De Luca attendono di capire che sarà (di De Luca) ma Fico ha capito che è il momento di unire purpette e (5) stelle. Grazie alla dispensa papale di Conte, Fico può correre per il “suo” terzo mandato e correre ogni venerdì in barberia, alla Camera, a farsi bello. Mentre lo insaponano ragiona sulla coalizione che deve essere larga, così larga da includere il partito di Renzi che ha due campioni di preferenze. Uno è Armandino Cesaro, che ha già fatto sapere che alle regionali ci sarà, l’altro è il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto. Come spiegarlo a Conte che non ama particolarmente Renzi, come spiegare che deve fare parte anche Renzi della coalizione? Quell’uomo santo, il sindaco di Napoli, Manfredi, uno che potrebbe aspirare al Soglio pontificio, risolve il problema: una lista civica sul modello del comune, una grande tenda per ospitare i volenterosi per Fico, di centro, di sotto e di sopra e di Iv. La lista vicina a Manfredi dovrebbe chiamarsi “Azzurri per la Campania” e in quella lista dovrebbero gareggiare i fuoriclasse: Armandino e Buonajuto. Il passato? Scurdammocce.

Fico è contento assai, tanto da aver dimenticato cosa diceva di Giggino ‘a purpetta. Erano i tempi della lotta contro la casta, la gogna a ogni avviso di garanzia e Fico ammutoliva gli avversari di destra, perché allora Cesaro stava a destra, con la frase: “Tu sei nel partito di Cesaro, non puoi parlare di legalità”. Il più scatenato era Alessandro Di Battista che fotografava Cesaro appisolato in Parlamento e scriveva: “Questo è il deputato Luigi Cesaro, Giggin’ ‘a purpetta, l’autista di Raffaele Cutolo, accusato di concorso esterno in associazione di stampo camorristico … questi sono i personaggi che vediamo ogni giorno”. Erano gli “impresentabili” e secondo quella vecchia idea sarebbe impresentabile tutta una colonna di amministratori locali legata ad Armandino. Insieme a Cesaro dovrebbero candidarsi il sindaco di Gragnano, Aniello D’Auria, e gli attuali consiglieri regionali, Tommaso Pellegrino, Vincenzo Alaia, Francesco Iovino, sempre eletti con Iv. Ma c’è un altro figlio d’arte che vuole partecipare alla coalizione, con Fico, ed è l’assessore regionale, Giuseppe Sommese, di Azione, figlio di Pasquale Sommese, detto Pascal ‘a bucia, anche lui con una storia giudiziaria difficile, molto difficile. Il non detto è che fino a oggi, in Campania, il M5s è all’opposizione di De Luca e dunque del Pd, ma nessuno se n’è accorto perché il Pd non ama De Luca (ma sono stati i suoi voti a permettere l’elezione di Franceschini, Speranza, candidati al sud).

Ma ora andiamo a Benevento, da Mastella, da chi ha seppellito il vaffanculo di Grillo, lui che profetizzava: “Diventerete tutti Mastella” (magari!). Mastella, lei appoggerà Fico? “Si presenta bene, è moderato. Ci siamo sentiti. Ma io voglio capire. Sto subendo attacchi da Pd e M5s locali. Io dico: se mi volete, bene, ma basta rompermi le scatole”. E la destra? “E’ chiaro che con Piantedosi cambiava tutto. Anche io ho sentito parlare di una possibile candidatura di Giosi Romano, vicino a Fitto. L’unica cosa che so è che si assottiglia il distacco che c’era, e c’è, tra sinistra (in vantaggio) e destra. La sinistra se ne faccia una ragione: in Campania non si vince senza il centro, senza Italia viva e senza Mastella”. E però il M5s, rompe le scatole a Mastella… “Gli voglio ricordare che al momento il terzo mandato è vietato in tutta Italia a eccezione del M5s. Mi pare una bella capriola”. La ricetta: versate farina di Grillo, riducete in briciole il passato. Sono le purpette con il Fico.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio

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