Continua la battaglia tra Trump e Harvard: bloccate le iscrizioni degli studenti stranieri

Dopo una richiesta di documentazione andata a vuoto, il dipartimento della sicurezza interna statunitense ha tolto all’università dell’Ivy League la possibilità di iscrivere studenti provenienti dall’estero, che rappresentano circa un quarto del totale. L’ultimo atto di uno scontro che si protrae dall’inizio del secondo mandato Trump

Continua la battaglia tra la più antica e ricca università americana e il presidente meno intellettuale della storia. Dopo una richiesta di documentazione andata a vuoto il dipartimento della sicurezza interna statunitense ha tolto ad Harvard la possibilità di iscrivere studenti stranieri. Quelli presenti, cioè il 27 percento del corpo studenti, dovranno andarsene altrimenti diventeranno illegali, come gli immigrati che arrivano dal Messico scavalcando le recinzioni col filo spinato. Il motivo della revoca dei visti per gli studenti internazionali è stato spiegato dalla segretaria del dipartimento di sicurezza interna, la trumpiana di ferro Kristi Noem: hanno permesso a stranieri “anti americani, pro terrorismo di molestare e assalire fisicamente degli individui, distruggendo il suo ambiente di insegnamento un tempo onorabile”. Noem ha anche accusato Harvard di lavorare con il partito comunista cinese, accogliendo membri del suo gruppo paramilitare. Prima della revoca, Noem aveva chiesto all’università di mandare entro 72 ore la lista e la documentazione riguardante ogni singolo studente internazionale, oltre a video e altro materiale sulle proteste studentesche degli ultimi cinque anni, richiesta che Harvard avrebbe ignorato. Molti hanno paragonato la richiesta a un controllo orwelliano, in linea anche con l’America first promesso in campagna elettorale

La Casa Bianca ha commentato dicendo che “Harvard, un tempo una grande istituzione si è trasformata in un focolaio di agitatori anti-americani, antisemiti e pro-terrorismo. Ora devono affrontarne le conseguenze”. Il conflitto aperto tra l’amministrazione Trump e la storica università del Massachusetts è nato con le manifestazioni pro Palestina, o anti-Netanyahu, iniziate nel dicembre del 2024, quando l’allora presidente dell’università fu costretta a dimettersi per non aver condannato con sufficiente prontezza l’antisemitismo nel campus. Trump ha anche minacciato di togliere ad Harvard la sua esenzione fiscale, oltre ad aver congelato e tagliato oltre due miliardi di fondi – su questi in parte Trump è dovuto tornare sui suoi passi. La Casa Bianca accusa soprattutto l’università Ivy league di aver violato i diritti degli studenti ebrei e la loro sicurezza.

Per le università è un privilegio, non un diritto, iscrivere studenti stranieri, anche perché loro beneficiano dagli alti pagamenti delle rette universitarie che sono più alte per gli stranieri. Lo fanno per gonfiare le loro sovvenzioni multimiliardarie”, ha detto Noem. “Harvard ha avuto la possibilità di fare la cosa giusta, e si è rifiutata. Che serva da lezione alle altre istituzioni accademiche del paese”. In realtà Harvard, a differenza di molte altre università, non ha delle rette più alte per gli stranieri, che possono competere per molte borse di studio al pari dei cittadini Usa. In quest’anno scolastico gli studenti internazionali iscritti sono stati 6.793. In tutto il paese gli studenti internazionali a livello universitario sono oltre un milione e, secondo l’Associazione degli educatori internazionali (Nafsa), contribuiscono per 44 miliardi di dollari all’economia nazionale. Ad Harvard per un anno di scuola si può arrivare a 87mila dollari di retta e dormitorio.

L’università di Harvard ha risposto alla notizia della revoca dei visti dicendo che va contro la missione della ricerca e dell’insegnamento, e che loro continueranno a ospitare gli studenti che vogliono. Molti dicono anche che questa nuova mossa trumpiana contro il nemico accademico sia illegale. Un giudice federale ha già detto che l’ordine di Noem è “volubile e arbitrario”, e che sarà facile da bloccare.

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