Peggio dei giovani progressisti ci sono solo i giovani passatisti

Le nuove generazioni rimpiangono i tempi in cui internet non c’era. Ma non è vero che il web ha solo componenti negative (e che il passato è sempre meglio del futuro)

Solo una cosa è peggiore dei giovani progressisti: i giovani passatisti. Fra loro annovero anche gli intervistati dal British Standard Institute, che in un caso su due hanno risposto di rimpiangere di non essere nati al tempo in cui internet non esisteva. Le radici del rimpianto sono varie e del tutto giustificate; ad esempio, quasi tre quarti del campione ammette di sentirsi peggio dopo aver scrollato i social, quasi metà di vergognarsi delle proprie attività online, circa un quarto di presentarsi sul web con un’identità differente dalla propria.

È ovvio che, se internet non esistesse, tali problemi non si porrebbero; altrettanto ovvio è però che internet esiste e che a esso dobbiamo numerosissimi vantaggi inestimabili, a cominciare dal fatto che possiate leggere questa paginetta virtuale. E poi, cosa ne sanno i giovani nativi digitali di com’era essere giovani ai tempi in cui internet non esisteva? Sarebbe come se io rimpiangessi i bei tempi andati, che so, dei viaggi in carrozza o dei caratteri cuneiformi. Passatisti o progressisti che siano, una cosa bella dei giovani è che possono cambiare in fretta, mentre noi di mezz’età siamo incancreniti nelle nostre abitudini assurde. Se internet non li entusiasma più, dunque, è sufficiente che smettano di utilizzarlo per ciò che li intristisce e si limitino a utilizzarlo per ciò che li rallegra. Quello sarà il futuro; molto meglio del passato.

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