L’America piomba nell’odio antisemita

Attacchi alle mostre sul 7 ottobre, case ebraiche vandalizzate, professori e studenti aggrediti, manifestazioni pro terroristi: era solo questione di tempo prima che i “Free Gaza” facessero scorrere il sangue

A New York una mostra aveva portato i resti del massacro del Nova Festival, in cui 360 israeliani sono stati uccisi da Hamas il 7 ottobre 2023 e a decine presi in ostaggio. Nerdeen Kiswani, un attivista che ha organizzato la protesta di fronte alla mostra, ha scritto che “il festival musicale Nova era un rave vicino a un campo di concentramento”. “Lunga vita all’Intifada”, ha esultato la folla fuori dalla mostra, che sorge in un luogo simbolo per New York, dove si ergeva il World Trade Center. I manifestanti hanno cantato “I sionisti non sono ebrei né umani”, uno striscione diceva “Lunga vita al 7 ottobre”. Giovani americani sventolavano le bandiere di Hamas e Hezbollah.

Ma i filopalestinesi non avevano ancora ucciso nessuno. Fino a mercoledì sera, quando un uomo al grido di “Palestina libera” ha sparato, uccidendoli, a due membri del personale dell’ambasciata israeliana, vicino al Museo ebraico nel centro di Washington, il Lillian and Albert Small Capital Jewish Museum. Estremisti anti-israeliani avevano già vandalizzato di rosso la casa del direttore di un museo ebraico a New York, Anne Pasternak, che dirige il Brooklyn Museum, ed etichettata come “sionista suprematista bianca”. Professori e studenti ebrei in tutto il paese sono stati scherniti, aggrediti e attaccati. E il Consiglio di vigilanza di Meta, una sorta di “corte suprema” per la moderazione dei contenuti della società che controlla Facebook e Istangram, ha stabilito che “From the River to the Sea” non viola le politiche aziendali in materia di “incitamento all’odio”.

E mentre nelle strade di New Orleans un terrorista con una bandiera dell’Isis ha guidato un pick-up tra i festeggiamenti di Capodanno uccidendo 14 persone, a New York c’è stata una protesta pro terrorismo. Migliaia di persone si sono radunate a Times Square. Oltre ai partecipanti che urlavano agli ebrei che avrebbero dovuto “tornare in Europa”, i dimostranti hanno anche inneggiato al terrorismo. “C’è una sola soluzione”, hanno cantato, “rivoluzione dell’Intifada”. Lo stesso slogan del terrorista che a Washington ha ucciso i due giovani israeliani.

Alla Cornell University di New York, uno studente ha lanciato un appello a “seguire gli ebrei a casa e tagliargli la gola” e un docente del prestigioso ateneo che fa parte dell’Ivy League è stato ripreso mentre spiega agli studenti che l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre è “esaltante” ed “energizzante”. Gruppi studenteschi hanno apertamente difeso il pogrom di Hamas come “resistenza”. Alla principale università di New York ora si stampa un nuovo giornale studentesco: “Columbia Intifada”.

Era soltanto questione di tempo prima che qualche “Free Gaza” decidesse di far scorrere il sangue degli “occupanti”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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