Così un trumpiano complottista è diventato in un attimo (di realtà) “uno del deep state”

Da commentatore televisivo e podcaster ai vertici dell’Fbi: Dan Bongino ha deluso le aspettative del mondo Maga, scrivendo su X un lungo post che conteneva la frase: “Ho analizzato il caso. Jeffrey Epstein si è suicidato”. Quando la teoria cospiratoria si scontra con il mondo reale

Ci sono frasi che racchiudono un mondo intero con poche parole. Un esempio recente e particolarmente carico di significato politico è la frase: Jeffrey Epstein non si è ucciso da solo”. Capita di sentirla su YouTube e X, oppure gridata da qualche podcaster. Poche parole, un significato chiaro: Jeffrey Epstein, il magnate newyorchese che fu condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori, non si è suicidato in prigione nel 2019, come sostiene la versione ufficiale. E’ stato ucciso.

Da chi? C’è l’imbarazzo della scelta, a giudicare dalla lunga lista di potenti che hanno partecipato alle sue feste e visitato la sua isola privata – la famigerata “Epstein Island” – tra cui anche Bill Clinton, Bill Gates e Donald Trump. Nonostante l’abbondanza di fotografie che ritraggono Trump ed Epstein insieme, felici e sorridenti, la base Maga ha preso particolarmente a cuore questo caso, convinta che dietro a tutto ci sia il nemico di sempre: i democratici. Il caso Epstein si sposa alla perfezione con recenti teorie del complotto di estrema destra come Pizzagate e Qanon, che dipingono i democratici come pedofili satanisti protetti dal deep state che controlla tutto e ostacola le azioni di Trump. Un’allucinazione collettiva il cui impatto culturale e politico è comunque incalcolabile, specie per la fascia più estrema del movimento.

Tutto però doveva cambiare con l’arrivo di Dan Bongino all’Fbi. Per anni, Bongino è stato un commentatore di Fox News (e podcaster) molto vicino al presidente Trump, noto anche per essere stato a lungo la persona più seguita su Facebook, negli Stati Uniti. E per anni ha parlato anche di Epstein, ponendo ai suoi follower domande quali: “Cosa diavolo ci stanno nascondendo riguardo Jeffrey Epstein?”.

Lo scorso febbraio Bongino è stato nominato da Trump vicedirettore dell’Fbi, seguendo l’ormai consolidata filiera che porta da Fox News e YouTube ai vertici del potere statunitense. Nello stesso mese c’è stato il tanto atteso rilascio dei cosiddetti “Epstein Files”, il mitologico dossier sul caso, con tanto di parata di influencer e content creator trumpiani a posare con i faldoni epsteiniani. Peccato che questi non contenessero nulla di nuovo, in una svolta molto deludente per chi aspettava finalmente la verità.

Come ogni teoria cospiratoria che si rispetti, ogni intoppo o smentita viene prontamente interpretato come prova ulteriore. In questo caso, Pam Bondi, segretaria alla Giustizia molto vicina a Trump, ha scritto al direttore dell’Fbi Kash Patel perché aveva sentito “da una fonte” che negli uffici newyorchesi dell’Fbi c’erano scatole con “migliaia” di documenti su Epstein, a fronte delle duecento pagine che aveva ricevuto. Non è chiaro quale fosse la sua fonte. Quel che è certo è che le cose non sono migliorate negli ultimi giorni, quando anche Bongino ha deluso le aspettative del mondo Maga, scrivendo su X un lungo post che conteneva la frase: “Ho analizzato il caso. Jeffrey Epstein si è suicidato”. La reazione è stata prevedibile, tra accuse di insabbiamento e tradimento.

Secondo Tommy Vietor, ex obamiano oggi tra i conduttori del podcast “Pod Save America”, “è affascinante vedere Patel e Bongino passare dallo spargere bugie e teorie cospiratorie al ricoprire una posizione di responsabilità ed essere tenuti a dire la verità”. Cosa che però li espone alle accuse di chi da anni si è sentito dire che il caso Epstein è al centro delle trame oscure dei liberal satanisti. E ora vede i suoi beniamini piegarsi ai poteri forti come dei bideniani qualsiasi.

In un mondo in cui tutto è deep state, il rischio è di finire dalla parte dei nemici, bruciando in pochi giorni un decennio di influenza mediatica. Anche perché il caso Epstein non è il solo a ossessionare la base Maga: da ormai un anno, alcune frange particolarmente paranoiche del movimento hanno sposato la teoria cospiratoria sui tentati attentati a Trump della scorsa estate. Secondo questi, a cercare di uccidere l’allora candidato furono proprio Joe Biden e i suoi. Patel aveva promesso “risposte” anche su questo.

Viene in mente il vecchio motto della serie “X-Files”: “The truth is out there”, la verità è lì fuori, da qualche parte. Solo che in quel caso di parlava di alieni e paranormale, non di abusi sessuali, attentati e scandali politici. Alla fine è lo stesso Bongino ad averlo ammesso: “In alcuni di questi casi, il ‘qualcosa’ che cercate, semplicemente non c’è”.

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