L’eurodeputato del Movimento attacca la vicepresidente del Parlamento europeo: “E’ una provocatrice professionista che sogna di fare le scarpe a Schlein”. E sul gas russo? “Dobbiamo tornare ad acquistarlo per crescere, altro che quello annaquato e inquinante degli americani”
“Gli attacchi di Zacharova a Pina Picierno? Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Picierno è una provocatrice di professione, una che ama sventolare il mantello rosso davanti al toro. Sono anni che ripete cose come ‘con Kyiv fino all’ultimo uomo’, come se veramente pensasse che l’Ucraina possa battere la Russia sul campo di battaglia. La sua è un’invenzione propagandistica”. Gaetano Pedullà, ex direttore delle Notizia, oggi eurodeputato del Movimento 5 stelle, ha ancora il dente avvelenato con la vicepresidente dem del Parlamento europeo. Qualche tempo fa, nel corso di una trasmissione televisiva, l’apostrofò come “un’infiltrata dei fascisti nella sinistra”. “Evito di ripetermi ma resta quello che penso di lei”, dice ora al Foglio. “Quella dichiarazione – continua – la fece impazzire. Mi attaccarono tutti i suoi amichetti, i cosiddetti riformisti del Pd. Al di là di tutto io penso che ‘sinistra è chi sinistra fa’ e se un’esponente del Pd, che per di più fa la vicepresidente del Parlamento europeo, si dimentica che nel pantheon ideale della sinistra il pacifismo è al primo posto, allora non può definirsi di sinistra. D’altronde Schlein non la pensa come lei”. E però la segretaria e il suo responsabile per la politica estera, Beppe Provenzano, questa volta hanno espresso la loro solidarietà a Picerno. “La verità – dice Pedullà – è che lei a Schlein vorrebbe fare le scarpe, la solidarietà serve solo per mostrare alla comunità del partito una parvenza di unità, ma dopo le regionali qualcuno chiederà un congresso”.
Insomma, anche dopo l’attacco subito da Picierno, accusata dalla portavoce del ministero degli Esteri russo di contribuire a trasformare l’Europa in un “campo di concentramento informativo”, Pedullà non si sente di difenderla: “Picierno – sostiene – dice tutti i giorni delle cose di una tale gravità che se viene attaccata dall’altra parte non posso sorprendermi. Non condivido ovviamente l’attacco di Zacharova, ma lo capisco. Questo gioco a smontare qualunque tipo di dialogo porta l’Europa a essere fuori dal tavolo che conta sulla tregua. Purtroppo solo Trump oggi prova a cercare una mediazione”. E però anche al presidente americano non è che stia andando benissimo. “Putin – dice Pedullà – tratta oggi da una tale posizione di forza che trovo naturale che tenda a fare la voce grossa per acquisire più vantaggi possibili. Sta contrattando con un metodo che non è poi così diverso da quello con il quale Trump conduce le sue trattative commerciali con l’Europa. Preferivo Biden, ma non c’è dubbio che sull’Ucraina Trump stia giocando un ruolo più positivo. Anche per questo che penso che Picierno e tutta la fronda atlantista che le va dietro sia fuori dalla storia”. In che senso? “Chi rema contro questo processo di pace non sta facendo i veri interessi dell’Italia. Già oggi appare chiaro che arriveremo a una tregua e quando questo accadrà verrà a galla una guerra ancora più feroce che si sta combattendo anche dentro al Parlamento europeo: quella tra sistemi paese per la ricostruzione”.
E questo cosa c’entra? “C’entra eccome – risponde l’europarlamentare – perché i territori da ricostruire sono quelli dove si è combattuto, a est dell’Ucraina. Comunque vada a finire questa storia – che diventino province autonome o che vengano annessi da Mosca – per contribuire alla loro ricostruzione bisognerà parlare con il Cremlino e lì vedrete quelli che oggi ci danno dei putiniani, che dicono che con Putin non si devono fare accordi, appena partirà la ricostruzione faranno la fila per dire che alla fine Putin non è così brutto e cattivo. Di fronte agli affari si riscopriranno tutti putiniani. Anche perché se la ricostruzione non la faremo noi ci penseranno i cinesi”. L’eurodeputato del M5s è insomma convinto che la pace arriverà presto e che l’Italia farebbe bene a riallacciare al più presto le relazioni con Mosca: “Ci consentirebbe – dice – di abbassare anche il costo dell’energia. Per questo trovo grave sentire l’amministratore delegato dell’Eni De Scalzi o von der Leyen dire che non compreremo mai più gas dalla Russia, anche in caso di pace. Ma per quale ragione? Vogliamo davvero continuare a comprare il gas poco efficace, annacquato e inquinante che estraggono in Usa? Dovremmo invece aiutare la crescita in Europa che può essere garantita come in passato dal gas russo preso a due soldi. Dobbiamo essere realisti e sinceramente sovranisti, pensando un po’ di più agli affari nostri”.
Bene Meloni dunque che si tiene lontana daii tentativi dei volenterosi, Macron, Starmer, Tusk e Mertz, per offrire un aiuto europeo a Kyiv?. “Questo no – dice l’eurodeputato del M5s – quando approvi decine di pacchetti di aiuti militari a una delle parti in causa non stai facendo una politica reale di distensione. Anche le ultime scelte di Meloni di non partecipare agli incontri dei volenterosi a Kyiv e in Albania non mi sembrano i segnali di un cambio di strategia, ma di una grande confusione mentale sulla politica estera”.