La scoperta dell’Olanda

La recensione del libro di Jan Brokken edito da Iperborea, 375 pp., 21 euro

“L’Hotel Spaander è fallito. Colpa del Covid”. Comincia con queste desolate parole il nuovo viaggio nel passato di Jan Brokken, che stavolta ci conduce nella cattolica Volendam, per molti decenni cuore pulsante dell’impressionismo olandese ed europeo, a cavallo dell’Otto-Novecento. Grazie a un geniale imprenditore e alla sua impareggiabile consorte, a partire dal 1881 l’Hotel Spaander si rivela il perfetto crocevia di una miriade di artisti, che vi trovano il luogo ideale per la loro creatività e i loro bagordi. “Dall’esterno l’hotel non ha niente di particolare: un edificio signorile davanti, un ostello sul retro. Ma con undici atelier al pianterreno e soprattutto esposti a nord, quindi con la luce ideale al mattino, era perfetto per gli artisti”. Spaander invia cartoline con vedute di Volendam alle accademie di tutta Europa, si reca a Londra per entrare in contatto con altri artisti, appende all’ingresso il ritratto di un pittore con la scritta “Benvenuto, artista”. Una volta al mese, i coniugi offrono una sontuosa cena a tutti gli ospiti, e una grande festa da ballo. “Gli artisti che frequentavano l’Hotel Spaander arrivavano da ogni parte d’Europa e, alla fine, da tutto il mondo. In totale si stabilirono a Volendam ben 1.863 artisti – pittori, incisori, scultori, illustratori, fotografi – di cui 1.461 provenienti dall’estero. E ben 1.400 di loro presero alloggio allo Spaander”. Fra i tanti ospiti illustrri, un raffinato Marcel Proust nota una delle figlie di Spaander, Wilhelmina, e la definisce “deliziosa”. Nel 1905, costei posa nuda per Picasso: dopo infinite peripezie, nel 1959 “La Belle Hollandaise” sarà battuto da Sotheby’s a Londra per 55 mila sterline, la cifra più alta mai sborsata fino a quel momento per un artista vivente. “All’Hotel Spaander si contemplano insieme urbanità e decadenza – scrive Brokken – Marken era povera, austera, piccola, bigotta, protestante; la cattolica Volendam era mondana. All’epoca si diceva che a Marken si prendeva la tubercolosi e a Volendam la sifilide”. La guerra porta discordia fra gli ospiti dello Spaander, fra i quali si contano moltissimi tedeschi e austriaci. Agli inizi degli anni Venti muta il vento: tragedie familiari e cambi generazionali trasformano l’albergo in una pittoresca meta turistica. Volendam continua ad attirare le più celebri personalità da tutto il mondo, ma dal punto di vista artistico e culturale la “mania dell’Olanda” è ormai acqua passata. “La scoperta dell’Olanda” non è solo un bel racconto. Il volume è anche un vero e proprio libro d’arte, in cui sono riprodotte circa settanta opere, meno note di altre ma tutte di altissimo livello qualitativo. Anche sotto questo profilo, lo stlie di Brokken si conferma superlativo.

Jan Brokken

La scoperta dell’Olanda


Iperborea, 375 pp., 21 euro

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.