Tutti uniti (o quasi) sul sostegno alla Palestina, che per poco sembra ricucire anche profonde fratture. Mentre in aula alla Camera i partiti discutevano e votavano le diverse mozioni riguardo alla guerra in medio oriente, fuori dal palazzo di Montecitorio questa mattina si è tenuto un piccolo sit-in di Arci e altre sigle per Gaza. Tra i presenti, anche l’ex eletto del Movimento 5 stelle Alessandro Di Battista, che ha raggiunto gli attivisti in jeans e t-shirt.
Non si avvicina mai al centro del corteo del sit-it, non interviene, parla con tutti e saluta chiunque lo approcci anche solo per scambiare due parole di sostegno. Non è la sua manifestazione: questa volta la sua associazione, Schierarsi, non c’entra: “Sono qui come privato cittadino a portare il mio sostegno”.
Ai giornalisti risponde con il suo solito tono infiammato. E si infervora subito: “Oggi Hamas non c’entra più nulla nelle discussioni intorno alla guerra in medio oriente”, per questo “bisogna parlare solo di 8 ottobre”. A chi gli chiede dell’antisemitismo, risponde spiegando che al momento il problema principale sarebbe “quello dell’islamofobia”.
“Oggi non sono qui perché mi sto riavvicinando alla politica”, spiega sempre Di Battista al Foglio: “La politica italiana ed europea ha fatto poco in questo anno e mezzo”. Sul suo ritorno in campo l’ex frontman pentastellato è sempre categorico. Ma la causa della Palestina per pochi minuti lo ha fatto riavvicinare (si fa per dire) con i suoi vecchi compagni di partito.
Intorno alle 12 infatti, a discussione in Aula ancora in corso, dopo Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, è arrivato al sit-in anche il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. Non ha parlato, ma è rimasto in piedi di fianco agli attivisti in sostegno alla causa. A pochi passi dallo stesso Di Battista, una decina di metri. Tra i due nessuno sguardo, nessun saluto, nessun cenno. Così come nessun contatto c’è stato con gli altri deputati che hanno accompagnato Conte. A separarli, fisicamente, erano proprio i manifestanti.
Su questa vicinanza sia fisica che di argomenti Dibba non risponde e anzi, qualche minuto dopo l’arrivo di Conte, saluta i presenti e se ne va dalla manifestazione. A restare sono invece gli eletti di Alleanza verdi e sinistra, tra cui Marco Grimaldi e Alessandra Piccolotti. Per i pentastellati ci sono Riccardo Ricciardi e Francesco Silvestri.
Nel corso della mattinata era stata annunciata anche la presenza della segretaria del Pd Elly Schlein: anche lei sarebbe dovuta uscire dal palazzo per aggiungersi agli attivisti di Arci insieme a Conte e Fratoianni. Alla fine la dem non si è presentata.
Tutti i deputati sono poi rientrati in aula per le intenzioni di voto. Il risultato è stato scontato: a passare è solo la mozione della maggioranza, che chiede al governo di “sostenere, insieme ai partner europei e internazionali, ogni tentativo di soluzione negoziata tra Israele e i rappresentanti palestinesi – anche a partire dal piano predisposto dai Paesi arabi – per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità”.
A fine manifestazione alcuni attivisti, insieme a Piccolotti, hanno depositato dei sacchi bianchi macchiati di rosso davanti all’entrata della Camera come a simboleggiare i corpi morti dei palestinesi. Dopo quest’ultimo gesto il sit in si è sciolto (e di Schlein non si è vista l’ombra).