La scelta del direttore creativo, abile costruttore di volumi e maestro del colore, può riportare la maison più intellettuale e raffinata di Francia all’eleganza di un tempo, come chiedono i top buyer internazionali. Un ritratto
E proprio quando i top buyer internazionali iniziavano a pressare Kering perché era arrivato il momento di riportare Balenciaga all’eleganza di un tempo e no, le t shirt di Demna non vendevano più, le gonne di spugna da bagno per carità, le sneaker grosse e grossolane erano diventate inguardabili e “stupire i borghesi” in tempi di crisi suonava male, weird anzi cringe, alla guida della maison più intellettuale e raffinata di Francia arriva Pierpaolo Piccioli e il mondo della moda esulta. Demna da Gucci, che mira al pop e a fatturati da tre miliardi, è sicuramente una scelta interessante e aspetteremo la prossima stagione per vederlo all’opera, la collezione cruise appena presentata a Firenze, nell’Archivio d’Oltrarno, dall’ufficio creativo è stata utile soprattutto per ribadire che un direttore creativo ci vuole e che di cose carine e “portabili”, l’aggettivo più inutile del mondo, abbiamo tutti pieni gli armadi, e per spingerci a comprare ci vuole di più.
La scelta di Piccioli, abile costruttore di volumi, maestro del colore almeno quanto il fondatore della maison, entrambi innamorati di Velasquez e di Goya, è perfetta. Brava Francesca Bellettini, depu.ty ceo di Kering, non si poteva lasciare ancora a lungo senza un indirizzo appropriato, dopo la brutale defenestrazione da Valentino quattordici mesi fa, questo cinquantenne che sui social viene chiamato “l’ultimo couturier” o “l’ultimo sognatore della moda”. In questo anno ha rifiutato una direzione creativa, è stato lì lì per chiudere il contratto con un’altra maison ma poi ha preferito ripensarci (entrambe fanno parte della galassia Lvmh, una inizia per G, l’altra per F), è stato molto in India da dove ha mandato a tutti centinaia di foto, insomma riparte fresco e pimpante ma soprattutto riparte da Parigi.
Nel suo curriculum ci sono gli inizi da Brunello Cucinelli, all’epoca marchio emergente, e un cursus studiorum variegato, che comprende la facoltà di lettere della Sapienza, il corso di design allo IED, una forte attrazione per il cinema, ma soprattutto numerosi anni da Fendi e numerosissimi da Valentino, quasi un quarto di secolo e che dal 2016, quando l’ex partner professionale storica Maria Grazia Chiuri aveva lasciato alla volta di Christian Dior, Piccioli era riuscito a trasformare in una piattaforma di eleganza contemporanea, incluso il lancio di un Pantone tutto suo, il Pink PP, ma soprattutto di impegno sociale e politico. Crediamo che in questa favolosa ripartenza, l’unica cosa che lo perplimerà un po’ sarà di non poter tornare tutte le sere nella sua Nettuno, sul litorale laziale, dove continua a risiedere, con la moglie Simona, i tre figli Benedetta, Pietro, Stella e la canetta Miranda. Come Miranda Priestly, si intende.