Perché Nicusor Dan ha vinto da solo

Alla fine è riuscito a presentarsi come il più anti sistema dei candidati, ha goduto di una mobilitazione popolare travolgente e di due variabili inaspettate: il voto ungherese e una canzone. Come il nuovo presidente della Romania ha battuto Simion

Nicusor Dan è riuscito a diventare presidente della Romania, pur avendo contro non soltanto la destra estrema di George Simion, leader del partito Aur che al Parlamento europeo siede in Ecr con Fratelli d’Italia, ma anche alcuni partiti che su di lui proprio non volevano scommettere, come il Partito socialista, che fino all’ultimo non ha voluto appoggiarlo. Dan è il sindaco di Bucarest, è un matematico e ha saputo utilizzare a suo favore l’assenza di questo appoggio, che rapidamente lo ha presentato a pieno titolo come un candidato antisistema, che però poteva vantare una buona amministrazione della capitale della Romania.

Dall’esterno è sembrato che la campagna elettorale romena fosse tutta concentrata su temi internazionali, ma la parola d’ordine è stata “corruzione”, agitata tanto da Simion quanto da Dan, che ha saputo farne uso rivendicando la sua lotta a Bucarest. Simion poteva invece rivendicare ben poco, se non il passaggio di testimone con Calin Georgescu, il candidato indipendente sul quale le autorità romene indagano per una campagna elettorale accusata di essere pilotata da una potenza straniera come la Russia. Simion ha provato a vincere con i voti e i motti di Georgescu, a urne chiuse, poco prima degli exit poll, ha scritto su X: “Sono il nuovo presidente della Romania”. Sembrava una parodia, qualche istante dopo i risultati lo hanno smentito: Dan ha vinto con il 53 per cento. Nemmeno il pellegrinaggio a Roma, in visita a Giorgia Meloni con altri alleati di Ecr, è servito a Simion per convincere l’elettorato rumeno. Dan invece ha vinto con voti suoi, cercati in lungo e largo per la Romania, prescindendo anche dal sostegno degli altri partiti. Secondo le analisi dei voti, un forte impulso gli è arrivato dalla minoranza magiara che vive in Romania, che non ha gradito il sostegno ricevuto da Simion da parte di Viktor Orbán. Dan era anche l’unico candidato ad avere un inno tutto suo, il cantante Dani Mocanu gli ha dedicato la canzone Pro Europa, in cui descrive la lista infinita dei suoi talenti.

Di più su questi argomenti:

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull’Unione europea, scritto su carta e “a voce”. E’ autrice del podcast “Diventare Zelensky”. In libreria con “La cortina di vetro” (Mondadori)

Leave a comment

Your email address will not be published.