Se lo stato di diritto non è dettato dalle regole, ma solo dal caso

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore – Un migliaio di persone, ogni anno, subiscono ingiuste detenzioni che cambiano per sempre le loro vite. Seguono, spesso, attese estenuanti: anche 6-10 anni per ottenere un risarcimento. In questo lungo periodo, la mancanza di un adeguato sostegno porta molti a situazioni disperate. Il caso più eclatante: Beniamino Zuncheddu, una vita in carcere per poi “scoprire” che è innocente. Scarcerato dopo anni, un’esistenza rovinata, senza lavoro, letteralmente abbandonato. La soluzione proposta: Il Partito radicale ha messo in campo una legge che garantisce una provvisionale economica a chi, al termine di un processo, viene assolto. Si può firmare in pochi clic: si accede e si firma con Spid, Cie o Cns sul sito firmereferendum.giustizia.it. Per un concreto aiuto ai tanti Zuncheddu ignoti, vittime della malagiustizia.

Valter Vecellio

Ottima idea, da sostenere. Ma il punto purtroppo è un altro. E fino a quando ci saranno magistrati irresponsabili che in caso di errori vengono spesso puniti con un severissimo cambio di sede e fino a che vi sarà un Consiglio superiore della magistratura complice e incapace di punire chi manda in galera innocenti, l’Italia continuerà a essere un paese in cui il rispetto dello stato di diritto non è dettato dalle regole, è dettato solo dal caso.


Al direttore – La squadra che l’altra sera ha perso la Coppa Italia non è il Milan: ha lo stesso nome, il medesimo stemma e veste colori analoghi ma non ha più le altre caratteristiche del Milan. La presunzione di Cardinale, che aveva promesso nel suo primo discorso di custodire il club, ha spazzato via tutto. La tradizione, la cultura, la passione, la cultura del lavoro e la pazienza nel creare un bacino di giocatori appassionati e fedeli alla maglia: un club è formato da uomini – oggi anche donne – con valori comuni, atleti, personale di supporto, dirigenti. Il Milan è diretto da persone evidentemente estranee a questi valori che puntano sulla speculazione immobiliare, sul marketing spinto e sul trading dei giocatori per estrarre valore dall’investimento. Il risultato sportivo non è in agenda e lo spettacolo a San Siro è sotto i limiti della decenza per un appassionato ma va benissimo per i tanti turisti che pagano bene per riempire gli spalti e comprare gadget e magliette. Sarebbe interessante se il suo giornale, sempre così acuto nell’intercettare i fenomeni culturali, potesse mettere a confronto il modello Milan “alla Cardinale”, rispetto al modello Bologna dei Saputo. Potrebbero emergere spunti interessanti. Grazie.

Lorenzo Meloni

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