La misteriosa veglia del gabbiano. Lettera da un risveglio

Le loro voci sono le prime su Roma, all’alba. E nel gridare al sole alto dalla sommità di millenari obelischi paiono ridere, sguaiati, di noi

La stanza è ancora buia, ma dalle imposte socchiuse filtra un pezzo di cielo pallido. Cosa mi ha svegliato? Dai tetti, quei versi: ora gracidii, ora simili a vagiti di neonati. Si allontanano, si riavvicinano nel sole che si leva. Gabbiani: le loro voci sono le prime su Roma, all’alba. Chi ci è abituato non li sente, ma io ne vengo svegliata, tanto straniero è per me, lombarda, quel coro ora sottile ora aspro che sa già di mare.

Quello spiegarsi di ali su San Pietro e sul Tevere, da sentinelle e da padroni. Quel meditabondo fermarsi su un cornicione di chiesa, e da lì osservare immobili lo scorrere nostro, disordinato, in basso. Nemmeno il loro precipitarsi rapace su un cassonetto colmo di rifiuti mi disturba: è fame, caccia, vita. Appena sazi tornano in cielo, le ali tese e ferme, a giocare col vento. Figli del mare, che, lo sanno, è vicino.

Mi affascina il variare della modulazione delle voci. Quelle acute, trafiggenti, all’alba, sembrano proprio di neonati affamati: per questo mi sveglio, nell’antico ineliminabile riflesso delle madri. Nel gridare al sole alto dalla sommità di millenari obelischi invece paiono ridere, sguaiati, di noi. E come ci contemplano dall’alto dai tetti, con evidente superiorità: poveretti, si dicono, quanto si affannano gli uomini, senza ali per volare.

E il gabbiano che sempre, a ogni Conclave, sta sul tetto della Sistina, vigile e un po’ perplesso della gran folla che sembra guardare proprio lui? Stupito ma non turbato, anche questa volta il gabbiano passeggiava su e giù attorno al secco comignolo. Improvviso il soffio di fumo bianco, e, dalla folla, un boato. Il gabbiano allora si è appena spostato dal getto candido con un saltello, e dal vertice del tetto ha continuato a riflettere, sembrava, su quell’umano vociare, piangere, esultare. Poi un colpo d’ali e sarà volato via, a cena al solito cassonetto.

E di nuovo in cielo, coi suoi compagni, a vegliare: quella moltitudine di uomini, per chissà cosa convenuta, che da San Pietro lenta cominciava a sciamare.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.