Braghettoni rivoluzionari

Una pubblicità sugli investimenti in oro riprende in toni un po’ kitsch “La libertà che guida il popolo” di Delacroix ma la Marianna si è tirata su la scollatura. Un segno dei tempi?

E così, la rivoluzione non è discinta. La mia fin quasi commovente inettitudine al far soldi non mi ha impedito di notare una pubblicità che da qualche giorno circola sui quotidiani: trattasi di non so che investimento in oro africano, la cui portata rivoluzionaria è sottolineata dall’illustrazione, una ripresa in toni un po’ kitsch de “La libertà che guida il popolo” di Delacroix. Se non che, nella pubblicità, la Marianna si è tirata su la scollatura e guida il popolo senza sbandierare i seni al vento.

Numerose sono le ragioni che ho ipotizzato attorno alla castigata scelta: forse si temeva che i capezzoli distogliessero l’attenzione dal metallo prezioso, forse si pensava che gli investitori non si sarebbero fidati di una donna (benché fittizia) incapace di comprare un abito della taglia giusta, forse si arguiva che la diffusione della pubblicità sui social sarebbe stata ghigliottinata dal pudibondo algoritmo. O, magari, la ragione più profonda va individuata nel paradosso attorno a cui si attorciglia il nostro tempo: viviamo nell’epoca in cui vogliamo tutti essere rivoluzionari, sì, però vogliamo anche fare sempre bella figura.

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