Venti di guerra civile in Libia

Tripoli in fiamme dopo l’offensiva fallita di Dabaiba: Haftar avanza da est, il rischio di guerra civile torna altissimo. La tregua del 2020 è appesa a un filo

In Libia il cessate il fuoco che tiene faticosamente in equilibrio il paese dal 2020 non è mai stato tanto fragile e il rischio di una nuova guerra civile è concreto. Tra lunedì e martedì il premier Abdelhamid Dabaiba aveva lanciato un’offensiva con l’intenzione di sbaragliare gli ultimi rivali che gli impedivano di controllare alcuni quartieri chiave di Tripoli. Dopo avere ucciso martedì Abdel Ghani al Kikli, aka “Ghnewa”, l’obiettivo del capo del governo libico sembrava ormai a un passo e l’ultimo ostacolo era rappresentato dalla Rada, la milizia comandata da Abdul Rauf Kara che controlla l’aeroporto di Mitiga. Martedì sera, le brigate che sostengono Dabaiba, la 111 e la 444, hanno attaccato la Rada, ma a quel punto altre milizie, quelle di Zawiya e Zintan, sono intervenute al fianco di Kara. Gli scontri nel centro di Tripoli sono andati avanti tutta la notte e l’avanzata degli uomini di Dabaiba verso Mitiga è fallita. In mattinata è tornata una calma apparente, sancita da una tregua che sembra troppo precaria.

L’ambulanza che ha condotto a Kikla il corpo di Ghnewa per il funerale di domani

Ciò che preoccupa di più sono le mosse che nel frattempo sta compiendo Khalifa Haftar nell’est del paese. Per sfruttare il momento caotico che vive Tripoli, il generale della Cirenaica sta ammassando i suoi uomini verso Sirte, con la chiara intenzione di puntare sulla capitale. Se ciò dovesse succedere, si tratterebbe del momento più difficile per la Libia dalla caduta di Gheddafi a oggi, perché gli scontri potrebbero spingersi nel cuore della capitale. Haftar potrebbe sfruttare il sostegno delle milizie di Zawiya e Zintan e trasformare l’offensiva di Dabaiba in un boomerang. A quel punto, sarebbe difficile impedire un intervento delle forze militari straniere, in primis quelle turche, molto attive nel paese al fianco di Dabaiba. La Libia rischia così di ricadere in un periodo di instabilità prolungato, a pochi passi dall’Europa e al confine con l’Italia.

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