I due grandi protagonisti delle ultime due stagioni di MotoGp stanno vivendo una stagione negativa. Lo spagnolo ha corso pochissimo a causa dei molti incidenti con l’Aprilia, l’italiano non riesce a trovare il feeling con la nuova Ducati
I casi di Jorge Martin e Pecco Bagnaia dimostrano come le traiettorie di carriera possano cambiare in poco tempo. Entrambi reduci da un 2024 di altissimo livello, oggi stanno facendo i conti con una serie di problemi difficili da prevedere fino a poco tempo fa.
Più complicata la situazione di Martin, che sta attraversando un calvario. Tutto è iniziato a febbraio, quando un highside subito a Sepang durante i test pre-stagionali gli ha causato una frattura alla mano destra e tre al piede sinistro. Dopo poche settimane, a causa di un nuovo incidente ha subito altre fratture a polso e mano sinistra e al calcagno.
Dopo una la lunga degenza, nel Gp di rientro – il quarto stagionale, quello di Lusail – l’ennesimo episodio negativo: una caduta su un cordolo a cui è seguito il contatto con l’incolpevole Fabio Di Giannantonio. Risultato: 11 costole rotte, uno pneumotorace e almeno altri due mesi lontano dalle piste. Dopo due settimane di osservazione in Qatar, Martìn ha potuto fare ritorno in Spagna. Qui, però, arriva l’ennesimo colpo di scena: un rumor riportato da diversi siti specializzati parla della possibilità di Martin di salutare Aprilia già a fine stagione, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza del 2026, sfruttando una clausola contrattuale che gli permetterebbe di risolvere il legame con la casa di Noale qualora, dopo Gp di Le Mans, non fosse stato nei primi in classifica. Uno scossone che ha fatto partire le ipotesi di mercato – la più gettonata è Honda – ma a cui Aprilia ha risposto con un secco “no comment”. Si vociferano vari motivi che avrebbero spinto questa scelta, ma si rimane puramente nel campo delle ipotesi, sempre il più scivoloso.
Anche Pecco Bagnaia non se la passa bene. Dopo 11 vittorie in gara e 7 nelle sprint lo scorso anno, il bottino attuale per il pilota italiano è piuttosto magro: una sola vittoria in sei gare (ad Austin, dopo la caduta di Marc Márquez), 3° posto in classifica a -51 da Márquez e a -29 dal fratello Alex. A Le Mans ha vissuto quello che, per sua stessa ammissione, è stato uno dei week-end più brutti della sua vita: caduto sia in sprint race (nei primi chilometri) che nella folle gara domenicale, alla terza curva, toccato da Bastianini. Anche la lungimirante scelta delle gomme da bagnato prima che iniziasse a diluviare non ha sorriso al tre volte campione del mondo, costretto a cambiare moto al termine del primo giro proprio a causa dei danni derivanti dalla caduta.
Al di là della disastrosa due giorni transalpina, è il contesto generale a preoccupare: Bagnaia non ha ancora trovato sulla nuova moto il feeling che aveva sulla GP24. Infatti, la “GP24.5” – così definita per sottolineare le poche differenze con la moto dello scorso anno – non sembra essere nelle corde di Pecco, che da inizio anno ha preso spesso paga da Alex Márquez (lui in sella alla GP24) e negli ultimi tempi anche da un redivivo Fabio Quartararo sulla Yamaha, capace di portare a casa due pole position contro le zero di Bagnaia. La principale ragione tecnica sembra essere un anteriore poco stabile, che porta Bagnaia a rischiare poco, conscio degli otto “zero” in tabellino che lo scorso anno gli sono costati il titolo. Una strategia conservativa che, però, non sta portando i propri frutti, e che sta mettendo in difficoltà Bagnaia, causando una crisi da cui dovrà avere la resilienza e la pazienza di uscire nei prossimi mesi.