La lotta armata del Pkk è finita

Il partito curdo annuncia lo scioglimento. Due vantaggi per Erdogan

Il comitato esecutivo del Partito dei lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato ieri lo scioglimento del gruppo e la fine della lotta armata. La notizia era attesa, ma non per questo è meno rilevante: la settimana scorsa si era riunito in una località segreta nel nord dell’Iraq il congresso del Pkk – fondato nel 1978 da Abdullah Ocalan in opposizione alla repressione delle identità e dei diritti politici e sociali della minoranza curda, che in Turchia rappresenta circa un quarto della popolazione, è considerato un’organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e Unione europea – che nel comunicato finale diceva di aver preso “una decisione storica riguardante le attività del Pkk”. Faceva riferimento alla dichiarazione dello scorso 27 febbraio, in cui lo stesso Ocalan aveva riconosciuto esauriti i presupposti politici e ideologici che per quarant’anni hanno portato il Pkk a muovere guerra contro lo stato turco.

Lanciato lo scorso autunno da Devlet Bahceli, leader del partito nazionalista Mhp, il processo di pace attualmente in corso si propone l’obiettivo di risolvere la questione curda e voltare pagina dopo quasi mezzo secolo di guerra. Sebbene sia già successo in passato che il Pkk annunciasse la fine della guerra o il proprio scioglimento, per poi riprendere a combattere, mai la Turchia e il Pkk era stati così vicini alla risoluzione del conflitto. Secondo quanto ricostruito da Cnn Turk, la consegna delle armi avverrà in tre fasi e sotto la supervisione di osservatori internazionali dell’Onu; alcune fonti hanno riferito che le armi saranno consegnate presso alcune località nel Kurdistan iracheno.

Per il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, la dissoluzione del Pkk è un passaggio cruciale per poter procedere alla normalizzazione dei rapporti con i curdi siriani (e la nuova siria), oltre che un importante capitale politico da spendere in ottica elettorale con le componenti nazionaliste del suo elettorato. Erdogan ha comunque escluso l’ipotesi di un’autonomia regionale curda.

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