Dietro la notizia falsa del presidente francese che usa droghe sul treno per Kyiv c’è Nicolas Dupont-Aignan, presidente di Debout la France, che Marine Le Pen voleva come primo ministro in caso di vittoria alle presidenziali del 2017. L’Eliso risponde sui social alla mistificazione. Ma così, secondo alcuni, rischia di dare credito ai complottisti
Parigi. “Ceci est un mouchoir”. Nella notte tra domenica e lunedì, la controffensiva dell’Eliseo contro le fake news che circolano sui social, e talvolta finiscono anche sulle pagine dei quotidiani cartacei, ha preso di mira la galassia complottista. Che da domenica, attraverso i suoi canali, i suoi gruppi e i suoi account, diffonde una ricostruzione infondata di quanto accaduto sabato sul “Bravery Express”, il treno che ha portato a Kyiv i leader della “coalizione dei volenterosi”, sostenendo che il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, avesse con sé della cocaina. In un video che immortala all’interno del vagone il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, il primo ministro britannico, Keir Starmer, e l’inquilino dell’Eliseo, a un certo punto si vede quest’ultimo sedersi e nascondere rapidamente un oggetto bianco, mentre Merz, vicino a lui, giocherella con un piccolo utensile.
Sono bastati questi semplici gesti per scatenare un delirio complottista che ha varcato i confini francesi e ha portato a scambiare un fazzoletto stropicciato per una bustina di cocaina e un cucchiaino di plastica per una cannuccia per sniffare. In Francia, il più attivo nel diffondere la fake news è stato Nicolas Dupont-Aignan, presidente di Debout la France, che Marine Le Pen, leader del Rassemblement national, voleva come primo ministro in caso di vittoria alle presidenziali del 2017. Sul suo account X, Dupont-Aignan si è chiesto cosa stesse nascondendo Macron “dietro la sua aria da adolescente colto in flagrante”, spingendosi ad affermare che “è urgente sapere” la verità per “la credibilità della Francia”. L’account cospirazionista “Véritiste” si è chiesto se fosse “un party a base di cocaina tra amici”, un altro utente, invece, “quando arriverà il momento in cui tutti i politici saranno sottoposti a test antidroga”. L’accusa è stata ripresa da diversi account pro russi e da uno dei guru del cospirazionismo made in Usa, l’imprenditore vicino all’alt right Alex Jones. “I tre sembrano strafatti”, ha scritto su X Jones, postando il video che ha azionato la macchina del fango contro il presidente francese sulla base di una fake news.
Libération, Afp e Associates Press, attraverso i loro servizi di fact checking, hanno confermato che l’oggetto nascosto da Macron era semplicemente un fazzoletto arrotolato a palla e che la striscia chiara che si vede nel filmato davanti a Merz era un cucchiaino di plastica, di quelli usa e getta. La presidenza della Repubblica francese, a sua volta, ha deciso di intervenire per provare a mettere un freno all’ondata di sciocchezze circolate sui social. Nella notte tra domenica e lunedì, l’Eliseo ha pubblicato due foto. La prima con il famoso fazzoletto tolto dal tavolo da Macron, accompagnato da un commento ironico: “Ceci est un mouchoir. Pour se moucher” (Questo è un fazzoletto. Per soffiarsi il naso). La seconda con Macron sorridente accanto a Merz e Starmer e queste parole: “Ceci est l’unité européenne. Pour faire avancer la paix” (Questa è l’unità europea. Per far avanzare la pace”). “Quando l’unità europea è un problema, la disinformazione arriva al punto di far passare un semplice fazzoletto per una droga. Questa bufala è diffusa dai nemici della Francia, all’estero e in patria. Restiamo vigili dinanzi alle manipolazioni”, si legge nel testo del messaggio su X.
La smentita rientra nella strategia di comunicazione offensiva che l’Eliseo ha adottato negli ultimi mesi dinanzi alla moltiplicazione di fake news e all’intensificazione della guerra dell’informazione condotta dalla Russia. Ma se fino a ora era intervenuto soltanto per smentire i media, è la prima volta che prende di mira i milieux cospirazionisti, che dal 2017 fanno circolare diverse teorie del complotto per destabilizzare Macron. Tra queste, oltre all’accusa di essere un consumatore di droga, la teoria secondo cui la première dame, Brigitte Macron, sarebbe una transgender (due donne francesi, lo scorso dicembre, sono state condannate dal Tribunale di Parigi per aver diffuso la bufala in seguito alla denuncia della moglie del presidente). Mentre gli Stati Uniti chiudono le agenzie contro la disinformazione, a partire dal Counter foreign information manipulation and interference, la Francia potenzia la sua battaglia contro le fake news. Ma secondo alcuni osservatori, prendendosi la briga di smentire le bufale alimentate dai teorici cospirazionisti, l’Eliseo corre il rischio di alimentare un “effetto Streisand”.