Giro d’Italia, a Valona Mads Pedersen ha trovato ciò cercava

Il danese ha vinto la terza tappa della corsa rosa battendo in volata Corbyn Strong. Grazie all’abbuono è tornato in maglia rosa. Lorenzo Fortunato ha vestito la maglia di miglior scalatore

Chissà perché lo scrittore e poeta albanese Ismail Kadare scrisse che “c’è sempre una buona ragione per andare o tornare a Valona”. Però lo scrisse. Scrisse anche che a Valona “si mettono in fila le cose che si cerca”.


Per solidarietà ai corridori che corrono il Giro d’Italia, qui si è deciso di raccontare le tappe del Giro d’Italia facendo la loro stessa fatica: una lettera (spazi inclusi) a metro di dislivello. Ecco la 3a tappa del Giro, la Valona-Valona di 160 chilometri e 2.800 metri di dislivello in 2.800 battute (spazi inclusi)


In gruppo c’erano 182 buone ragioni per andare a Valona, molte si assomigliavano, anche se non del tutto. In pochi sono riusciti però a ottenere ciò che cercavano lungo i 160 chilometri della terza tappa del Giro d’Italia 2025. Perché in fondo non è poi vero che a Valona “si mettono in fila le cose che si cerca”. Sono pochi i fortunati che possono dire di esserci riusciti. E tra questi non c’era Ismail Kadare: “Persi l’amore nel mare / quando un giorno partì per mai più tornare / A Valona piansi / lacrime salate e disgustose”.

È andata meglio, molto meglio a Mads Pedersen. Lui sì che ha trovato ciò che cercava laggiù. E lo ha trovato al termine di un lungo rettilineo e di un’altra volata iniziata in testa e in testa finita, ancora a braccia alzate, ancora con un sorriso di enorme soddisfazione in volto. Ancora con una maglia rosa da indossare dopo averla dovuta suo malgrado abbandonare, in favore di Primoz Roglic, a Tirana.

Pedersen se la terrà addosso qualche giorno la maglia rosa: ci vorrà un po’ di tempo prima che le sue ruote incontreranno salite alle sue gambe indigeste.

Alle sue spalle c’era Corbyn Strong e non Wout van Aert. L’immagine sotto lo striscione d’arrivo era diversa da quella della 1a tappa. Il belga si era smarrito, assieme a molti altri, salendo verso il Passo di Llogara. La squadra del danese aveva ancora imposto la propria volontà, alla faccia di quella dei velocisti.

Sul Passo di Llogara invece Lorenzo Fortunato si è alzato sui pedali all’inseguimento di un obbiettivo azzurro. Si era dato da fare sin dall’inizio del Giro. Era stato il più lesto a superare il Gran premio della montagna della seconda salita della prima tappa. Due giorni dopo, salendo verso la prima salita vera di questo Giro, si è dato ancora da fare: piccola evasione con a ruota Pello Bilbao, Gpm vinto, maglia azzurra di miglior scalatore indossata. Almeno per ora. Di salite ce ne sono ancora un sacco da superare. Si vedrà.

Mark Donovan, Lorenzo Germani, Chris Hamilton avevano invece speranze impossibili da agguantare. Le stesse di Dries de Bondt e Alessandro Tonelli, che quei tre li hanno inseguiti per chilometri prima di raggiungerli. Va così ai ritardatari della fuga. I cinque si sono divisi un po’ di traguardi volanti, un po’ di ore da protagonisti in mondovisione e, alcuni di loro, pure un accesso veloce ai bus di squadra essendo arrivati con il primo gruppo. Non possono ritenersi delusi.

La carovana prenderà la via del mare alla maniera dell’amore perduto da Ismail Kadare. Martedì i corridori ripartiranno da Alberobello, il Giro ritornerà italiano.

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