A Leopoli si rafforza l’intesa tra governi sull’istituzione di una nuova corte per processare le responsabilità ai vertici dell’invasione russa. E’ stato firmato anche un accordo per finanziare la difesa ucraina con risorse provenienti da patrimoni esteri bloccati
Leopoli. Mentre nella Piazza Rossa di Mosca si svolgeva la parata della vittoria sotto la guida del presidente russo Vladimir Putin, a Leopoli venivano prese decisioni importanti per fare in modo che esistano i mezzi per decidere sulla colpevolezza del capo Cremlino, responsabile dell’inizio dell’aggressione contro l’Ucraina. Il 9 maggio si sono riunite nel cortile del Consiglio comunale di Leopoli trentacinque delegazioni straniere: ministri degli Esteri dell’Unione europea o loro vice. Nell’attesa che iniziasse il loro incontro, hanno esaminato alcune attrezzature militari abbattute in Ucraina e utilizzate dalla Federazione russa. Tra le armi mostrate ai leader ci sono diversi esempi di droni iraniani Shahed, Orlan e Lancet e il drone da ricognizione S-70 Okhotnik. La ministra degli Esteri lettone Baiba Braže, accompagnata dai suoi colleghi francesi e tedeschi, studia attentamente ogni iscrizione. “Si tratta dell’equivalente russo dell’Himars”, le spiega il militare ucraino. Uno alla volta, i ministri si avvicinano al microfono, rilasciano dichiarazioni e rispondono alle domande dei giornalisti. Al ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski è stato chiesto come valutasse la visita del primo ministro slovacco Robert Fico alla parata di Mosca. “Male”, risponde. E il ministro lussemburghese Xavier Bettel afferma che c’è stato un periodo nella storia mondiale in cui la Russia era dalla parte giusta nelle guerre; nessuno lo nega. “Ma questa è storia, e oggi la Russia è l’aggressore e l’Ucraina è la vittima”. La Gran Bretagna, a sua volta, ha annunciato che avrebbe introdotto il pacchetto più duro di sanzioni contro la flotta ombra russa. Dopo aver reso omaggio ai caduti nel cimitero di Leopoli, in cui la parte dedicata ai soldati sta diventando sempre più grande, le frenetiche delegazioni internazionali e le loro guardie del corpo si sono spostate dal cortile all’edificio del Consiglio comunale per una discussione a porte chiuse.
La cosa principale su cui i rappresentanti europei hanno concordato a Leopoli, la città in cui l’avvocato polacco-americano Raphael Lemkin coniò per la prima volta il termine “genocidio” nel 1944, è stato il sostegno alla creazione di un Tribunale speciale per affrontare il crimine di aggressione contro l’Ucraina. Il lavoro legale su questo processo è in corso ormai da due anni e mezzo. “Il presidente, il primo ministro e il ministro degli Esteri della Russia sono criminali di guerra”, dichiara Andriy Sybiha, capo del ministero degli Esteri ucraino. Secondo Sybiha è necessario creare un meccanismo affinché in futuro la responsabilità della decisione di scatenare una guerra in Ucraina, ricada sulla leadership russa e non soltanto sui responsabili più marginali. “Senza giustizia non può esserci pace”, ha detto l’Alto rappresentante Kaja Kallas. La Corte penale internazionale non offre tale opportunità. Nella visione dei leader, il Consiglio d’Europa sarà l’elemento centrale nella costituzione del Tribunale speciale, che avrà sede all’Aia. La prossima tappa sarà la riunione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, che si terrà il 13 e 14 maggio in Lussemburgo, dove proseguirà l’iter legale per la creazione della nuova istituzione. I rappresentanti dell’Ucraina, delle istituzioni europee, di Danimarca, Francia e Italia hanno inoltre firmato a Leopoli una dichiarazione d’intenti per trasferire parte dei fondi ricavati dai profitti dei beni russi congelati al sostegno dell’industria della Difesa ucraina. Si tratta di entrate del Fondo europeo per la pace per un importo di 1 miliardo di euro. “Con questi soldi i paesi firmatari dell’accordo acquisteranno armi ucraine per le esigenze dell’Ucraina”, ha spiegato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. I danesi sono stati i primi a cominciare a investire nella produzione nazionale ucraina seguendo questo modello. Per l’Italia, il documento è stato firmato da Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri.
I diplomatici stranieri hanno ripetutamente affermato che il presidente russo deve accettare un cessate il fuoco di 30 giorni, cosa su cui Donald Trump insiste e a cui Volodymyr Zelensky ha acconsentito e di cui si discuterà anche durante una riunione a Kyiv oggi tra il presidente ucraino e alcuni leader dell’Ue. Come ha ammesso Xavier Bettel, è improbabile che le notizie sul Tribunale possano influenzare in qualche modo la posizione di Putin nel processo negoziale: “Ma non lo facciamo per mettere pressione. E’ importante per la parte ucraina, stiamo aiutando l’Ucraina”.