Come vendere acqua in polvere e vivere felici

In Valle d’Aosta si diffonde l’uso agricolo dell’“acqua informata”, venduta a caro prezzo in bustine da 10 grammi e promossa da un’azienda senza basi scientifiche ma con una solida retorica. Ora la Regione rischia di legittimare una deriva antiscientifica

In Valle d’Aosta, una delle regioni italiane più avanzate nella ricerca agraria – con cui ho avuto modo di collaborare professionalmente – si sta diffondendo una pratica che di scientifico non ha nulla, ma che viene presentata con tutti i crismi dell’innovazione: l’uso dell’“acqua informata” in agricoltura. Il Cicap della Valle d’Aosta ha avuto il merito di portare alla luce questa deriva, permettendomi di scoprire un sistema di credenze travestito da tecnologia, sostenuto da retorica pseudo-tecnica e da un’efficace strategia commerciale.

Il centro di questa operazione è l’azienda Quantica R&D, fondata da Luciano Gastaldi, che si autodefinisce “ricercatore indipendente” e viene presentato sui social aziendali come “accademico” di una oscura accademia russa di cui non esistono pubblicazioni, membri noti o attività documentabili. L’azienda promuove il cosiddetto “metodo S.M.T.”, descritto come una “tecnologia sopramolecolare” capace di “strutturare” l’acqua mediante segnali fisici non specificati, conferendole proprietà benefiche per le coltivazioni. L’acqua così trattata sarebbe in grado di trasmettere “informazioni” biofisiche alle piante, sostituendo i pesticidi e aumentando la resistenza agli stress ambientali. Nessuno studio, nessun dato, nessun controllo indipendente. Solo parole.

L’intero sito è un campionario di terminologia accostata a caso. Tutti concetti che, pur mutuati dal lessico scientifico, vengono svuotati di significato, utilizzati come ornamento linguistico per legittimare un impianto concettuale del tutto scollegato dalla ricerca verificabile.

Ma il punto più surreale di questa costruzione si raggiunge con il prodotto chiamato Quantic Water Dry Plus, venduto a 24,40 euro per bustina da 10 grammi. Si tratta, letteralmente, di acqua in polvere. Polvere di acqua che – udite udite – va usata disciogliendola in una tanica da 5 litri di acqua e estratto di aglio, comodamente acquistabile a parte sempre da Quantica R&D per altri 73,20 euro, così da ottenere una soluzione “attivata”, pronta all’uso in campo agricolo. Nessuna spiegazione comprensibile viene fornita su cosa contenga la polvere, su quali processi siano in gioco, né tantomeno su che tipo di “informazione” l’acqua avrebbe ricevuto – a meno di non considerare le baggianate prive di senso compiuto variamente diffuse nel sito e altrove. Eppure, il prodotto è venduto regolarmente, corredato da garanzie e affermazioni solenni su “anni di studi e verifiche”.

Nel frattempo, La Stampa ha documentato che l’acqua così preparata è stata effettivamente usata nel 2024 su coltivazioni biologiche in Valle d’Aosta, in piena attività agricola. Il Csv Valle d’Aosta ha ospitato un evento pubblico a Saint-Vincent in cui il metodo è stato presentato come “innovazione per l’agricoltura sostenibile”. Un documento disponibile sul portale della trasparenza del Comune di Saint-Vincent mostra che le attività legate a Quantica R&D sono state incluse nei piani di promozione agricola locale. Tutto questo avviene senza alcuna documentazione scientifica accessibile, senza pubblicazioni peer-reviewed, senza analisi indipendenti e soprattutto in presenza di una quantità di fandonie e sciocchezze chiaramene evidenti.

L’inchiesta pubblicata da Query Online ha rivelato che i prodotti di queste coltivazioni, in particolare pere, sono già arrivati nei supermercati della regione. I consumatori li acquistano senza sapere che sono stati irrigati con acqua trattata secondo criteri che non hanno alcun riscontro nella scienza. Le etichette non riportano queste informazioni e nessuna valutazione è stata condotta sugli effetti o sulla sicurezza del trattamento.

Nei video diffusi su YouTube, Gastaldi insiste sul fatto che il suo metodo sarebbe utilizzato “su larga scala in Russia”, ma anche qui non esistono riferimenti né conferme. L’unico elemento concreto è l’autoproclamazione di titoli e la costruzione di un racconto visionario, in cui l’acqua diventa un vettore di coscienza, le frequenze sostituiscono i principi attivi e la fisica quantistica è invocata come giustificazione per qualsiasi effetto miracoloso.

Non si tratta di folklore, né di innocue sperimentazioni individuali. È una pratica attivamente promossa, applicata su colture commerciali e inserita in iniziative locali, sostenuta da comunicazioni ufficiali e da una retorica che confonde innovazione e suggestione. Che tutto questo avvenga in una regione che per anni ha investito nella ricerca seria, nella qualità agroalimentare e nella trasparenza produttiva, dovrebbe allarmare chiunque abbia a cuore la distinzione tra scienza e pseudoscienza.

Quando si arriva a vendere acqua funzionale in polvere, è chiaro che non si è più nel campo della sperimentazione, ma della mistificazione. Ed è responsabilità di chi lavora nella ricerca, nell’amministrazione pubblica e nell’informazione denunciare con chiarezza questa deriva, per evitare che il rispetto dovuto alla scienza venga eroso dall’abuso delle sue parole.

Sono certo che la regione Valle d’Aosta, da sempre molto attenta all’innovazione in particolare nel settore agricolo e delle produzioni locali, saprà prendere le distanze da una follia come questa e non consentirà che neppure un euro del denaro pubblico vada a finanziare una pseudoscienza così palese.

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