Piantedosi in Pakistan durante l’attacco dell’India: “Nessun riflesso della crisi”. Ma lo spazio aereo è bloccato

Mentre il governo di New Delhi lancia la sua offensiva più dura dal 1971, il ministro dell’interno è in missione a Islamabad: “Qui la vita prosegue normale”. Ma il programma ufficiale subisce modifiche e il rientro in Italia è da definire con le autorità locali perché lo spazio aereo è chiuso

Atterrato a Islamabad mentre il Pakistan si trova sull’orlo di un’escalation militare con l’India, Matteo Piantedosi non sembra percepire l’allarme: “Qui la vita prosegue normale”, ha detto il ministro dell’Interno intervistato dal Tg2 Italia Europa. “Abbiamo avuto notizia dell’attacco questa notte. Qui dove siamo noi, a 200 chilometri dalle zone di crisi, la vita prosegue normale. L’unico riflesso, per quanto ci riguarda, è la modifica del programma delle visite, poiché molte delle autorità che avremmo dovuto incontrare sono ora impegnate nella gestione di questa crisi. Inoltre, è stato bloccato lo spazio aereo e quindi stiamo negoziando con le autorità del posto per capire quando sarà possibile ripartire” dice.

Stanotte l’India ha lanciato una massiccia offensiva militare, colpendo nove obiettivi tra Pakistan e Kashmir pakistano, in risposta all’attentato di Pahalgam in cui sono morte 26 persone. Secondo alcuni analisti si tratta della più grave operazione dal 1971, con un rischio concreto di conflitto su larga scala.

Il ministro Piantedosi dice: “Sono paesi abituati a queste situazioni, il conflitto con l’India sul Kashmir è abbastanza cronico”. Sulle motivazioni che lo hanno portato lì, invece, Piantedosi spiega che ci sono in ballo degli accordi su temi di grande rilevanza: “Siamo qui a Islamabad per sottoscrivere importanti accordi su temi di grande interesse, primo tra tutti quelli per la gestione dei flussi migratori e per condividere con questi paesi il comune intendimento di fare un’azione di contrasto molto forte a quelli che sono i traffici illegali di esseri umani e offrire dei canali di ingresso regolari. Ho riscontrato un grande interesse e una grande motivazione anche in questi Paesi e quindi siamo qui per questo”.

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