Alle 13.30 il premier time. Il governo non si è ancora espresso sul piano di Netanyahu per Gaza: “Aspettiamo Trump”. I complimenti al cancelliere Merz
Dopo aver domato quelle del Trentino, oggi Giorgia Meloni è alle prese con le rapide del Senato. All’ora di pranzo ecco il premier time, occasione ghiotta per le opposizioni per cercare di inchiodare soprattutto su Trump e Israele la presidente del Consiglio. “Giorgia è carica”, dice con il sorriso di chi la sa lunga Patrizia Scurti, “segretaria di stato” e sacerdotessa del melonismo. C’era anche lei, “Patty”, con la premier e una combriccola di amici (tra cui il ministro Francesco Lollobrigida, il sottosegretario Marcello Gemmato, il deputato Gianluca Caramanna, il presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma) sul gommone a scendere il torrente armati di remi. Bene alle 13.30 il rafting si sposta tra i busti e il parquet scricchiolante di Palazzo Madama. Finito il lutto nazionale, nel giorno di apertura del Conclave, c’è da scommettere che il quasi ecumenismo della cerimonia per Francesco in Parlamento sarà solo un ricordo. Avs le chiederà del piano di Netanyahu di occupare la Striscia di Gaza, per dire.
L’argomento è di quelli che scottano: fino a ieri non c’era una posizione ufficiale del governo. O meglio agli atti ci sono da registrare le parole di Antonio Tajani in qualità di ministro degli Esteri per rilanciare il piano umanitario “Food for Gaza senza passare per Hamas”. Da Palazzo Chigi nessun commento, se non “cautela e imbarazzo”. La linea è quella di aspettare le mosse di Donald Trump. Fratelli d’Italia si è esposto solo con Giangiacomo Calovini per ribadire l’importanza di attuare il piano di pace proposto dai paesi arabi, ricostruire Gaza senza espellere la popolazione. Oggi Meloni però dovrà osare raccontare con la sua voce del conflitto in Medio Oriente su cui anche il M5s e il Pd sono intenzionati a battersi. E poi Trump ei dazi, la difesa e il caro bollette, le riforme e la sanità: sono questi i temi scelti dalle opposizioni. Tra gli interventi più attesi, c’è quello di Matteo Renzi. Il leader di Iv interrogherà la premier sulle riforme. Il Pd punta su un tema sentito da famiglie e imprese: il caro bollette. Nell’intervento, affidato al capogruppo Francesco Boccia, si domanda a Meloni “quale sia il contenuto e il dettaglio dell’impegno preso dal governo italiano nel bilaterale con il presidente Trump circa il promesso incremento degli acquisti di gas dagli Usa”. Inoltre, sempre i dem sono pronti a sollecitare il governo a chiarire “se e quali misure intendono adottare per neutralizzare in bolletta i maggiori costi previsti che ricadranno su cittadini e imprese e come si conciliano questo nuovo impegno internazionale con quelli già in essere con i paesi del Nord Africa, in special modo con la Libia”. E ancora “quali siano i motivi ostativi a iniziare il percorso per arrivare al disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia” e “quali misure intendono adottare il governo, e in che tempi e modalità, per contenere e invertire il trend di incremento di tariffe e bollette, stante il palese fallimento degli strumenti finora impiegati, da ultimo il decreto bollette”. Nel testo preparatorio dal M5s di Giuseppe Conte sono due invece i temi che saranno sottoposti alla premier: le iniziative “per rilanciare gli investimenti e il rafforzamento della produzione industriale in Italia” e gli impegni “in merito all’incremento della spesa militare italiana (risorse, strumenti e procedure contabili e possibili risorse del Fondo di coesione per finanziare le spese militari). Restando su questo argomento il capo di Azione Carlo Calenda è pronto a entrare nel merito dell’obiettivo del 2 per cento da centrare nel 2025 (come e se sarà raggiunto attraverso una diversa contabilizzazione di spese già a bilancio o da un effettivo potenziamento delle capacità di difesa italiane). Di converso saranno al miele le domandine della maggioranza con il rischio dietro l’angolo di fantozziana compiacenza: i successi raggiunti nella lotta all’immigrazione clandestina, come consolidare gli ottimi risultati raggiunti in economia e via sviolinando.A fare notizia saranno le repliche di Meloni, che di solito si portano dietro sempre frizzi e lazzi. La geopolitica come ormai da consuetudine la farà da padrone. Ieri la premier si è complimentata, dopo il brutto spavento della mattina, con il neo cancelliere tedesco Friedrich Merz mettendo al centro il rilancio della competitività e il contrasto all’immigrazione irregolare. Merz, come da protocollo, inizia da oggi il tour delle cancellerie partendo da Parigi e Varsavia. La premier punta a portarlo a Roma, il prima possibile, nel sogno di minare l’asse francotedesco.