Le trattorie dei cardinali non europei sono intorno al Vaticano. Non sempre si mangia bene

Tra carbonare, gelati e cene riservate, i cardinali in attesa del Conclave animano le sere romane, facendo di Borgo Pio il crocevia gastronomico e simbolico della prossima elezione papale. Ma la qualità non abita da queste parti

La sera andavamo a Borgo Pio. Ci vorrebbe forse un Eugenio Scalfari (che però andava in Via Veneto) per raccontare le serate dei 133 cardinali che da mercoledì 7 maggio si riuniranno in Conclave per eleggere il nuovo Pontefice. Perché dopo giornate assai impegnative, tra messe, incontri e congregazioni, è quando viene sera che i porporati si godono il primo vero momento di relax della giornata. E la stragrande maggioranza di loro lo fa andando a cena. In coppia o a piccolissimi gruppi, qualcuno pure in borghese, per cercare di non dare nell’occhio. Così, in una Capitale semideserta, coi romani via per il lungo ponte tra Pasqua, 25 aprile e primo maggio, e la politica immobile, col Parlamento vuoto di Sula e commissioni, è il Vaticano il motore a pieno regime della città, il solo in grado di portare Roma al centro del mondo, con capi di stato e di governo, re, principi e regnanti di ogni tipo e genere giunti qui per dare l’ultimo saluto a Francesco. “Se a Roma non ci fosse il Vaticano avrebbe l’importanza di una città di provincia, nemmeno tra le più importanti…”, scriveva tempo fa con un eccesso di perfidia un quotidiano del nord.

Ma dove vanno a cena i cardinali in queste piacevoli serate romane di primavera? A leggere le cronache e a sondare un paio di fonti, si dividono sostanzialmente in tre. La stragrande maggioranza, quelli che non conoscono Roma, che vi capitano di rado perché arrivano da più lontano – Africa, Asia e Sudamerica – restano a Borgo Pio e dintorni. Dove comunque gli indirizzi non mancano. A cominciare dal Passetto di Borgo, dove qualche settimana fa ci si lamentava della scarsa affluenza per il Giubileo e ora non sanno a chi dare i resti. Ma prelati sono stati intercettati un po’ in tutti gli indirizzi migliori di Borgo, da Arlù ai Tre Pupazzi, da Benito a Passepartout, da Borgosteria fino al nippo-brasiliano Temakinho. Appena fuori rione ci sono stati avvistamenti a La Taverna e alla Rustichella, dalle parti di piazzale degli Eroi. In queste forzate vacanze romane perché perdere l’occasione di assaggiare i piatti della cucina italiana, e romana in particolare? Amatriciane, gricie, carbonare vanno per la maggiore, ma c’è chi è ghiotto di carciofi e chi di puntarelle, chi di mozzarella di bufala, senza tralasciare uno spaghetto alle vongole. Chi invece sta rigorosamente a dieta e chi – senza arrivare agli eccessi del prelato che ha svuotato i mignon del frigobar pensando fossero gratis – non rinuncerebbe mai a una bottiglia o a un bicchiere di vino.

Poi c’è un altro manipolo più avvezzo alla città – europei e americani – che, anche per allontanarsi da occhi indiscreti, si dirige più lontano. Indirizzi preferiti: il Matriciano in Prati, il Caminetto ai Parioli, Nino a Via Borgognona e il Moro a Fontana di Trevi. Oltre al mitologico Scarpone, a via di San Pancrazio, tra il Gianicolo e Monteverde vecchio, il ristorante preferito da alti prelati, semplici sacerdoti e funzionari della Santa Sede. Infine non manca, specie tra i big, chi ha ricevuto inviti a cena privati, in residenze alto borghesi o aristocratiche, ma di più non si riesce a sapere.

Vanno forte, naturalmente, pure le gelaterie. Come Hedera, a Borgo, il cui proprietario, Francesco Ceravolo, è anche presidente dell’associazione commercianti (Assoborgo). “Per tre giorni il quadrante è stato completamente militarizzato per i funerali. Ora la situazione è tornata normale con un notevole afflusso di credenti e turisti. Ci prepariamo a giornate cruciali. Se sì sono visto cardinali? Sì, parecchi, ma non mi faccia dire di più…”, racconta il maestro gelatiere. In tutto il rione si aspetta il Conclave, dove a tavola siederanno pure i giornalisti provenienti da tutto il mondo. Poi si prevede una sorta di luna di miele di parecchi mesi per il nuovo Papa, quando tutti vorranno vederlo e ascoltarlo. Grandi numeri ci saranno anche per la canonizzazione del giovane Carlo Acutis, rimandata per la morte di Francesco. Infine, c’è sempre il Giubileo, dove il nuovo Pontefice sarà protagonista. “Scusate la domanda Santità, con tanti posti che ce stanno ar monno, voi proprio a Roma dovevate sta’…”, cantava Gigi Proietti. E meno male, direbbe qualcuno, e non solo i ristoratori di Borgo Pio.

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