L’Ufficio per la protezione della Costituzione ha classificato la formazione di Alice Weidel come un partito estremista di destra “incompatibile con la democrazia” in quanto “ignora il rispetto della dignità umana”. Per il leader della Lega è “un altro furto di democrazia dopo Francia e Romania”
Per l’intelligence tedesca, l’AfD afd da oggi è un partito estremista di destra e un rischio per la democrazia. In italia a difendere la formazione dell’ultradestra tedesca arriva subito in soccorso il leader della Lega Matteo Salvini, che su X ha parlato di “un altro furto di democrazia”.
Finora, a livello federale la formazione politica tedesca era stata classificato come ‘caso sospetto’ di estremismo di destra. Ora, in un rapporto di oltre 1.100 pagine, l’Ufficio per la protezione della Costituzione – il Bundesamt fuer Verfassungschutz – fa un ulteriore passo avanti, motivato dal “carattere estremista del partito nel suo complesso e che ignora il rispetto della dignità umana”.
“La concezione prevalente del partito riguardo alle persone, basata sull’etnia e sull’origine, è incompatibile con l’ordinamento fondamentale di una libera democrazia”, ha affermato l’agenzia precisando – come sottolineato dai vicepresidenti Sinan Selen e Silke Willems – che le dichiarazioni e posizioni del partito e dei principali rappresentanti dell’AfD trasgrediscono il principio costituzionale dell’inviolabilità della dignità umana. Finora, solo le filiali regionali del partito in Turingia, Sassonia e Sassonia-Anhalt erano state classificate come estremiste.
Da oggi, sul piano concreto, questa qualifica comporterà alcuni cambiamenti. Nel dettaglio, l’intelligence tedesca avrà meno limitazioni nel monitoraggio dell’organizzazione attraverso strumenti ad hoc, il cui ricorso era già garantito dalla precedente classificazione, relativa al “sospetto” estremismo. Le agenzie coinvolte sono quindi autorizzate a tenere sotto osservazione le riunioni, controllare i telefoni, realizzare registrazioni audio e video e reclutare informatori per garantire la supervisione sul movimento.
Per il partito tedesco “questa decisione è completamente priva di senso in termini di contenuto, non ha nulla a che fare con la legge e la giustizia, ed è puramente politica nel quadro della lotta dei partiti del cartello contro l’AfD”, ha dichiarato la vicepresidente Stephan Brandner. “Il partito – ha poi annunciato – discuterà se intraprendere un’azione legale contro la nuova classificazione la prossima settimana”. Di tutt’altro avviso il ministro dell’Interno uscente Nancy Faeser, secondo cui si tratta di una decisione indipendente priva di influenze politiche. “L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha un chiaro mandato legale a combattere l’estremismo e proteggere la nostra democrazia”, si legge in suo comunicato.
Non è da sottovalutare l’impatto della la pronuncia del BfV sul dibattito pubblico. Secondo il Der Spiegel, il Bundestag, il Bundesrat o il governo federale potrebbero presentare una richiesta di messa al bando alla Corte costituzionale di Karlsruhe. Per molti parlamentari, infatti la conferma della classificazione come estremista di destra era un prerequisito importante per prendere in considerazione un tale passo. Attualmente, nel nuovo Bundestag, con 152 deputati (di cui solo 18 donne), l’AfD ha il secondo gruppo più grande.
Tuttavia il cancelliere federale tedesco uscente, Olaf Scholz invita alla cautela. Dopo aver definito la pronuncia del servizio di intelligence BfV una motivazione “molto ricca di dettagli”, frutto di un lavoro molto attento, si è detto tuttavia “contrario a una procedura affrettata” di messa al bando. Nonostante l’ascesa di AfD lo preoccupi “come cittadino, come cancelliere e come membro del parlamento tedesco”.
Dalla politica tedesca a quella italiana. Il leader della Lega Matteo Salvini si tratta di un fatto “gravissimo. Dopo Francia e Romania, un altro furto di democrazia? Solidarietà ad Afd e al popolo tedesco che, stando ai numeri, oggi li sceglierebbe come primo partito”.
Al soccorso leghista si contrappone il distacco da parte della premier Giorgia Meloni, che pur non pronunciandosi apertamente, usa toni ben più moderati rispetto al collega di governo. In una lunga intervista, precedente alla diffusione della notizia sull’Afd, la premier ha espresso apprezzamento nei confronti del cancelliere in pectore e leader partito cristiano democratico tedesco Friedrich Merz: “Ho letto alcune sue dichiarazioni al congresso del Ppe sui temi della competitività e del Green Deal e le ho molto condivise. Sono certa che lavoreremo bene insieme”. E ha avuto parole di stima anche nei confronti del primo ministro britannico, il laburista Keir Starmer, visto da Meloni come “pragmatico” e “che non ha esitato ad avviare un lavoro comune con noi”. Elementi da cui emerge come per la premier la via italiana al conservatorismo sia lontana sia dagli estremisti tedeschi sia dagli antieuropei britannici dello Ukip guidato da Nigel farage. Una visione piuttosto distante da quella del vicepremier leghista.