Parigi divisa. La campagna di Bolloré per il cardinale Sarah (e quella contraria di Macron)

L’imprenditore francese promuove il cardinale guineano con una vasta esposizione mediatica sui suoi canali, suscitando proteste nella stampa e nell’opinione pubblica progressista. Il presidente francese, contrario alla sua elezione, punta invece su una figura più moderata e aperta al dialogo interreligioso

Parigi. Era il luglio del 2022 quando Paris Match, popolare settimanale di attualità francese, dedicò la sua copertina al cardinale guineano Robert Sarah. Colui che oggi figura nella lista dei possibili successori di Papa Francesco, appariva sullo sfondo dei giardini del Vaticano, accanto al titolo: “Chi è veramente il cardinale Sarah”. Nelle pagine interne, un articolo dello scrittore Philippe Labro, che aveva incontrato l’alto prelato nei giardini della Santa Sede in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, “Catéchisme de la vie spirituelle”, definiva Sarah “uomo influente e di pace”. La scelta della copertina, tuttavia, non era stata approvata da tutta la redazione. “Questo prelato è poco noto al grande pubblico e si definisce lui stesso come ‘radicale’, difendendo posizioni molto divisive. Questa scelta non corrisponde alla linea editoriale del giornale”, scrisse in un comunicato di protesta la società dei giornalisti di Paris Match, puntando il dito contro colui che aveva “imposto” la scelta: Vincent Bolloré, fresco di acquisizione del 57,35 per cento del gruppo Lagardère, editore di Paris Match. “La redazione protesta contro questa ingerenza della direzione del gruppo nelle scelte editoriali di Paris Match”, aggiunsero indignati i giornalisti del settimanale, che ricevettero messaggi di solidarietà da molte redazioni parigine.



Secondo le informazioni dell’Obs, Bolloré e Sarah avevano pranzato assieme pochi giorni prima dell’uscita dell’articolo-intervista. Una pubblicazione orchestrata per farlo conoscere al grande pubblico, accusarono i quotidiani della gauche, che oggi, col ritorno di Sarah al centro dell’attenzione, puntano nuovamente il dito contro Bolloré: per la campagna mediatica del magnate bretone a favore della candidatura del cardinale. Secondo i calcoli di Arrêt sur images, su Cnews, la rete di informazione h24 di Vivendi, l’impero di Bolloré, Sarah è citato almeno quaranta volte al giorno da quando è morto Papa Francesco. Il record è del 22 aprile, il giorno successivo alla morte del pontefice: sul canale all-news, il cardinale Sarah è stato citato più di settanta volte ed elogiato da conduttori e ospiti per la sua visione dell’occidente e la difesa delle radici cristiane, per l’ostilità all’islam politico e all’ideologia woke. Ma Sarah, oltre all’apparizione su Paris Match nell’estate del 2022, è un habitué dei media controllati da Vivendi già dal 2021. Nel novembre di quell’anno fu ospite della giornalista Sonia Mabrouk su Europe 1 per una lunga intervista e il mese successivo del programma “Le Grand Rendez-Vous” su Cnews, entrambi di Bolloré. Lo scorso 22 aprile, il giornalista-vedette dei media Vivendi Pascal Praud ha dedicato il cuore del suo programma di dibattito mattutino al cardinale guineano: “Cosa dice il cardinale Sarah? Dice che l’occidente sta morendo, che l’occidente sta perdendo le sue radici. Che altro dice? Che tutti dovrebbero stare a casa se si vuole che le cose funzionino bene. Che sarà difficile che le culture si mescolino. Che la società multiculturale può essere in difficoltà”. In studio in quel momento, monsignor Patrick Chauvet ha aggiunto: “Il cardinale Sarah sta premendo un tasto molto importante, quello della tradizione”.



Sostenuta da Bolloré, la candidatura di Sarah sarebbe invece fortemente osteggiata dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. Secondo le informazioni della Tribune Chrétienne, media vicino ai milieux cattolico-tradizionalisti, il cardinale ungherese Péter Erdö avrebbe sottolineato i contatti recenti tra Macron e i cardinali francesi “per sbarrare la strada alla candidatura di Robert Sarah”. Secondo diverse fonti, l’inquilino dell’Eliseo avrebbe ribadito la sua ostilità a Sarah a quattro dei cinque cardinali francesi elettori durante un incontro avvenuto sabato scorso a Villa Bonaparte, sede dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede. Il preferito dell’Eliseo è il vescovo di Marsiglia, Jean-Marc Aveline, esperto di dialogo interreligioso.

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