Il pm Storari ha trasformato la procura di Milano in un’agenzia del lavoro. Perché non invitarlo al Concertone?

Con le sue inchieste creative, senza fondamento legislativo, e usando il “bastone” dei sequestri preventivi, il magistrato milanese ha indotto le aziende ad assumere 49 mila lavoratori e a versare oltre 550 milioni di euro all’Agenzia delle entrate

E’ un vero peccato che agli organizzatori del concertone del Primo Maggio non sia venuto in mente di invitare come ospite d’onore il magistrato milanese Paolo Storari, per riservagli un tributo speciale, un premio per aver trasformato la procura di Milano in una gigantesca agenzia tributaria e del lavoro. Circa 550 milioni di euro di risarcimenti fiscali e oltre 49 mila lavoratori assunti sono infatti i risultati ottenuti da Storari attraverso la sua lunga serie di inchieste molto creative lanciate dal 2020 contro diversi giganti del settore della logistica, della grande distribuzione, della sicurezza e della moda, come Dhl, Esselunga, Carrefour, Gls, Brt, Uber, SicurItalia, Lidl, Gxo, Amazon, Fed Ex, Armani, Dior, Alviero Martini. Tutti accusati di aver stipulato contratti di appalto per servizi con diversi consorzi e cooperative che, in realtà, avrebbero agito come “meri serbatoi di manodopera”, sfruttando i lavoratori e omettendo di versare correttamente l’Iva, oltre che i contributi previdenziali e assistenziali dovuti.

L’azione di Storari (condotta con il benestare del procuratore Marcello Viola) consiste nell’imputare direttamente alle imprese che stipulano i contratti di appalto gli eventuali reati commessi dalle società alle quali si sono affidate, ad esempio la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, secondo una logica di responsabilità oggettiva. In altre parole, secondo la procura di Milano le imprese dovrebbero effettuare controlli sulle società fornitrici su vari aspetti della loro attività, come l’effettivo pagamento dell’Iva e dei contributi. Peccato che non esista alcuna norma penale che imponga un obbligo simile alle aziende. Insomma, siamo di fronte a una creazione giurisprudenziale della procura di Milano (che infatti non ha avuto repliche in altre parti del nostro paese): alle imprese viene addossato un obbligo di controllo nei confronti delle società fornitrici che la legge non prevede e che invece dovrebbe essere svolto dallo stato.

Questo teorema ardito è stato portato avanti dal pm Storari attraverso la massiccia applicazione di sequestri preventivi finalizzati alla confisca nei confronti delle aziende. Parliamo di sequestri da decine di milioni di euro: 146 milioni a Brt, 121 ad Amazon, 86 a Ups, 84 a Gxo, 48 a Esselunga, 47 a Dhl e così via. Alle aziende viene contestata soprattutto la frode fiscale perché, secondo la procura, detrarrebbero l’Iva utilizzando fatture che avrebbero alla base un contratto di appalto giuridicamente inesistente. Inizialmente ad alcune aziende (come Esselunga) è andata persino peggio, con l’adozione di provvedimenti di controllo giudiziario e la nomina di un amministratore giudiziario sulla base dell’ipotesi di caporalato.

Usando questo “bastone” (sequestri preventivi e misure di prevenzione), la procura di Milano ha indotto le società (restie ad affrontare lunghi contenziosi giudiziari per questioni economiche, reputazionali e di aleatorietà del giudizio) a scendere a patti con la magistratura. I pm hanno così avviato delle trattative con i vertici aziendali che sono terminate con accordi attraverso cui le società si impegnano ad assumere direttamente parte dei lavoratori impiegati dai fornitori, a versare somme all’erario e a rivedere la propria organizzazione interna, in modo tale da prevedere forme di controllo sull’attività dei fornitori. Raggiunto l’accordo, la procura archivia autonomamente la contestazione dell’illecito amministrativo mossa con il procedimento previsto dal d. lgs. 231/2001.

Risultato: le inchieste creative di Storari hanno indotto le aziende ad assumere 49 mila lavoratori precedentemente in servizio nelle presunte “società serbatoio” e a versare oltre 550 milioni di euro all’Agenzia delle entrate. Nei giorni scorsi uno dei gruppi colpiti dalle inchieste di Storari, la catena di supermercati Iperal, ha annunciato di voler assumere circa 300 lavoratori, di cui quasi 80 a partire proprio da oggi, Festa dei lavoratori. Il gruppo era stato oggetto di un sequestro da 16,5 milioni di euro per frode fiscale.

Chissà se di fronte alle inchieste della procura meneghina alcune imprese decideranno di spostare la propria sede legale da Milano. Nel frattempo, sorprende che i sindacati non abbiano invitato un creativo, dunque un artista, come Storari al Concertone.

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  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto “I dannati della gogna” (Liberilibri, 2021) e “La repubblica giudiziaria” (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]

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