Von der Leyen e Meloni: argini contro gli estremismi filorussi in Europa

Dal Congresso del Ppe, la presidente della Commissione europea denuncia le frange estremiste che ostacolano la difesa dell’Europa, accusandole di servire gli interessi di Putin. In un contesto di tensioni, anche la premier Meloni viene vista come figura di equilibrio e ponte tra Bruxelles e Washington

Dal Congresso del Ppe a Valencia, Ursula von der Leyen ha lanciato un messaggio chiaro e importante: i cittadini dell’Unione sono in grandissima parte favorevoli alla spinta per una difesa dell’Europa “ma l’estrema sinistra e l’estrema destra si sono sempre opposte a questa idea e ora di nuovo, dalle estreme, alcuni cercano di boicottare questo risveglio europeo. Dicono che la Russia non è una minaccia e che l’Europa non è la risposta. Voglio essere chiara. Solo una Ue forte può proteggere la pace nel nostro continente. L’estrema sinistra e l’estrema destra non sono a favore della pace. Sono solo a favore di Putin”. E’ una dichiarazione che mette a fuoco una dinamica sempre più visibile: mentre l’Europa prova a costruire una propria autonomia strategica, le frange più ideologiche ne contestano i fondamenti, spesso con argomenti che finiscono per avvicinarli agli interessi russi.

Von der Leyen difende l’idea di un’Europa forte, capace di investire nella propria sicurezza, anche militare, in continuità con lo spirito di De Gasperi e Schuman. Ed è significativa la lucidità con cui distingue tra chi critica in nome della pace e chi, in realtà, si oppone per principio all’integrazione europea. E’ un argine Ursula. Così come un argine, secondo il quotidiano tedesco Bild, è da considerarsi anche Giorgia Meloni. Secondo la Bild, la premier italiana oggi è vista da molti come “il capo segreto dell’Europa. Sa presentarsi con abilità anche nella politica mondiale. Pur collocandosi a destra, Meloni ha preso le distanza dall’Afd tedesca, sottolineando differenze inconciliabili, a partire dal rapporto con la Russia”. E sebbene mantenga una certa diffidenza verso il federalismo europeo, Bild riconosce che la premier ha “mantenuto la promessa di costruire ponti tra Washington e Bruxelles”. Non si tratta di sovrapporre due figure molto diverse. Ma è evidente che, in una fase segnata da tensioni interne ed esterne all’Unione, Von der Leyen e Meloni rappresentano due punti di equilibrio, che resistono alla più pericolosa delle radicalizzazioni della politica europea: quella portata avanti dagli utili idioti del putinismo.

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