La recensione del libro di Serena Vantin edito da Carocci, 108 pp., 13 euro
Nella collana “Donne e pensiero politico” è ora ospitata l’introduzione al pensiero di Mary Wollstonecraft (1759-1797). L’autrice, Serena Vantin, associata di Filosofia del diritto all’Università di Bologna, la considera non solo una figura chiave del femminismo ma anche un classico della storia delle idee. Wollstonecraft non ebbe infatti remore a confrontarsi con i temi del suo tempo: la Rivoluzione francese, in primis, e di conseguenza il dispotismo, la libertà, i diritti degli uomini e delle donne.
Già Roberta Adelaide Modugno si focalizzò anni fa su questa figura intellettuale, “la prima di una nuova specie”: una donna, cioè, che voleva affermare risolutamente il proprio diritto a essere libera e indipendente. Vanno menzionati lo studio monografico Mary Wollstonecraft. Diritti umani e Rivoluzione francese (2002) e la raccolta Scritti sulla Rivoluzione francese (2007). Vantin ne prosegue la trattazione mostrando le peculiarità di una pensatrice precoce, costretta a fare i conti, fin da giovane, con le asperità della vita. Nel 1782 morì la madre e dovette così badare alla famiglia. L’anno seguente aprì una scuola femminile. Nel 1787 pubblicò Pensieri sull’educazione delle figlie (ora pubblicato da Castelvecchi, a cura di Chiara Continisio), a cui sarebbero presto seguiti il primo romanzo, Mary (1788), la raccolta di racconti di formazione per l’infanzia, Storie originali dalla vita vera (1788) e The Female Reader (1789). E’ però alla fine dell’anno seguente che Wollstonecraft raggiunge un pubblico più ampio, criticando con I diritti degli uomini l’opera sulla Rivoluzione francese di Edmund Burke.
Il suo è un manifesto politico “per i diritti degli uomini e per la libertà della ragione”. A Burke addebitava l’aver elaborato “argomentazioni sofistiche” a favore di un ordine ingiusto e diseguale: tanto in fatto di diritti quanto in fatto di distribuzione della proprietà. Wollstonecraft propendeva per una società più eguale, anche nel rapporto tra uomo e donna. Nel 1792 pubblicò così I diritti delle donne, una critica alla mentalità del tempo che educava la figura femminile all’obbedienza: è l’indipendenza “la benedizione principale della vita”. Cruciale, per lei, era la revisione dell’educazione, aperta a tutte le persone e senza distinzione di sesso o estrazione sociale. Dopo un’avventura amorosa finita male, Wollstonecraft sposò William Godwin, che ne curò le opere postume, e dal quale nacque la futura Mary Shelley. Un parto, tuttavia, che le costò la vita.
Serena Vantin
Mary Wollstonecraft
Carocci, 108 pp., 13 euro