La presidente del Consiglio in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “L’incontro Usa-Ue? I tempi non sono ancora maturi”. E sul rapporto col tycoon attacca le opposizioni: “Schlein vuole rompere i rapporti di 70 anni con Washington e uscire dalla Nato?”
Si mostra orgogliosa per il buon funzionamento della macchina per i funerali del Papa, “penso che meritasse un funerale imponente e senza alcun intoppo, come è stato“, dice Giorgia Meloni intervistata dal Corriere della Sera. E confida la sua emozione per lo storico incontro Trump-Zelensky, nonostante qualcuno le abbia fatto notare come non ci fosse nella foto con i leader occidentali. “Non sarei mai stata lì. Non c’entravamo noi altri leader, non so se qualcuno ha pensato di doverci essere, ma io no. Credo sia stato un momento bellissimo, e a quanto mi è stato detto dai protagonisti potrebbe anche aver rappresentato un punto di svolta. Forse l’ultimo regalo di Papa Francesco a noi tutti. Penso che in quel faccia a faccia ci fosse, non so come dirlo…il suo spirito“.
E quindi nel colloquio con il Corriere, la presidente del Consiglio passa in rassegna i temi principali. A partire dalla prospettiva di un incontro tra Stati Uniti e Ue, perorato proprio dal governo italiano. “Penso che man mano che si lavora a livello tecnico per capire i margini di un possibile accordo, si avvicini anche la possibilità di un incontro politico. Non abbiamo mai dato una data. Ci stiamo lavorando, ma ovviamente non dipende solo da noi. Perché gli incontri portino a risultati serve tempo, bisogna prepararli accuratamente, non devono essere formali, ma sostanziali. Oggi i tempi non sono ancora maturi. Certo, c’è la sospensione dei dazi di 90 giorni, ci sono scadenze, ma a me interessa portare a casa un accordo vero che serva all’Italia in primo luogo, come all’Europa e agli Usa. Senza fretta, ma ben fatto“, dice Meloni. Secondo cui l’incontro potrebbe tenersi anche a Roma. Ma anche qualora fosse a Bruxelles, “qualche merito penso di poter dire che lo avrò avuto comunque”. A ogni modo la linea della premier è che “serve un accordo” per scongiurare rischi sulla questione dazi.
Meloni ha parlato anche dell’Ucraina e del possibile accordo di pace cui stanno lavorano gli Usa. “Noi ora sosteniamo gli sforzi di Trump e siamo contenti che Zelensky si sia detto disponibile a un cessate il fuoco incondizionato, dimostrando che anche l’Ucraina vuole la pace”, dice la premier. “Ora è la Russia che deve dimostrare la stessa cosa. Perché la tregua di tre giorni annunciata da Putin per l’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale è una cosa diversa, e decisamente insufficiente. E la pace dovrà essere giusta e duratura. Il che significa soprattutto solide garanzie di sicurezza. L’Italia ha da tempo fatto la sua proposta: serve una soluzione ispirata all’articolo 5 del Trattato di Washington, anche fuori dal Trattato Nato”.
Nel corso dell’intervista, poi, la leader di Fratelli d’Italia tocca anche alcune questioni legate al rapporto con le opposizioni. “Anche di me si dice che spacco in due l’Italia, e non e’ vero. E a dirlo, guardi un po’, sono gli stessi le cui valutazioni trovo francamente superficiali e infantili. Quando la leader del Pd dice che ‘Trump non puo’ essere un nostro alleato’ cosa intende esattamente? Che rompiamo i rapporti di alleanza di 70 anni e usciamo dalla Nato? Perche’ capisco gli slogan, ma poi bisogna anche essere conseguenti“, spiega Meloni. “Io non penso che le nostre alleanze fondamentali con i Paesi partner cambino in base a chi vince le elezioni. Evidentemente la sinistra sì. E in fondo non mi stupisce: per noi l’interesse nazionale viene prima di ogni cosa, per altri prevale l’appartenenza ideologica”.
L’ultimo punto toccato nell’intervista è un nuovo pacchetto di misure sul lavoro da presentare il primo maggio, come avevamo anticipato sul Foglio. “In vista del Primo Maggio stiamo lavorando a qualcosa di estremamente importante per i lavoratori, cioè la loro sicurezza. Pensiamo a degli interventi concreti per la sicurezza sul lavoro, perché è inaccettabile che ogni giornata sia scandita da morti e infortuni. Metteremo a disposizione importanti risorse che intendiamo utilizzare confrontando le nostre proposte con quelle dei sindacati e delle associazioni datoriali. Valuteremo insieme cosa è più utile per la sicurezza dei lavoratori“, conclude la premier.