Il piano avviato con il governo Draghi per mettere in sicurezza il paese dalla dipendenza russa arriva al giro di boa. La Bw Singapore di Snam porterà la capacità di rigassificazione complessiva del paese a 28 miliardi di metri cubi all’anno di Gnl, pari al 45 per cento della domanda nazionale di gas
La nave rigassificatrice Bw Singapore, ormeggiata a 8,5 chilometri al largo di Ravenna, ha concluso con successo le attività di commissioning, ossia quelle le prove di funzionamento e messa a punto dell’impianto, propedeutiche all’avvio delle operazioni commerciali. “Una volta ricevute le ultime autorizzazioni da parte delle Istituzioni competenti, nel corso del mese di maggio avrà inizio l’attività di rigassificazione con la messa a disposizione della capacità tramite procedure di asta competitiva, ai sensi di quanto previsto dal quadro regolatorio vigente“, ha fatto sapere con un comunicato Snam.
La società ha acquistato la nave nel 2022, come una delle misure messe in atto a seguito del conflitto in Ucraina. Complessivamente, l’impianto è in grado di stoccare 170mila metri cubi di gas liquefatto e rigassificarlo per una capacità complessiva di 5 miliardi di metri cubi l’anno.
Costruita nel 2015, la Bw Singapore batte bandiera del Regno Unito, e si trova nelle acque romagnole già dallo scorso febbraio dopo cinque giorni di navigazione. La Fsru (l’unità galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico), era arrivata nel porto di Palermo il dicembre scorso, con successive operazioni di messa in gas e raffreddamento a Cartagena, in Spagna. “L’arrivo della nave a largo di Ravenna mette a disposizione del paese un asset strategico”, aveva commentato subito dopo il suo ormeggio Stefano Venier, ormai ex amministratore delegato di Snam, sottolineando la sua importanza strategica (insieme alla Italis Lng ormeggiata a Piombino) per la diversificazione delle forniture e la sicurezza energetica del paese. Dello stesso avviso anche il governatore dem dell’Emilia Romagna, Michele De Pascale, che nella sua ultima intervista al Foglio aveva detto: “Abbiamo fatto i rigassificatori proprio per essere liberi di importare da chi vogliamo e scegliere i fornitori sia dal punto di vista dei principi democratici, liberandoci dalla Russia, sia dal punto di vista del prezzo“.
Con la sua entrata in esercizio, la capacità di rigassificazione complessiva del paese sale a 28 miliardi di metri cubi all’anno: un volume pari a quanto importato dalla Russia nel 2021, che rappresenta il 45 per cento della domanda nazionale di gas. Questo vuol dire che poco meno della metà di gas che serve all’Italia potrà essere comprato in forma liquida (Gnl) e non vincolato alle reti di infrastruttura via tubo. Una possibilità “che garantisce ampia diversificazione delle rotte d’approvvigionamento”, sottolinea Snam.
L’anno scorso, il gas naturale liquefatto ha contribuito a soddisfare un quarto della domanda italiana di gas, “con 150 navi che da circa 10 paesi diversi hanno raggiunto i quattro terminali di rigassificazione presenti sul territorio nazionale”. Snam detiene partecipazioni significative in tutti loro, dislocati rispettivamente a La Spezia, Rovigo, Livorno e Piombino. Il quinto, da maggio, sarà quello di Ravenna.
Nel 2025 sono invece già 60 le navi gasiere approdate in Italia. Metà di loro proviene dagli Stati Uniti, poi dal Qatar e da diversi paesi africani: “Per un volume complessivo di quasi 6 miliardi di metri cubi – conclude Snam – pari a circa il 30 per cento dei quantitativi di gas importati nel paese”.